Tragedia in piscina: morto Matteo Formenti, bagnino presente al drammatico incidente di Michael.

Tragedia in piscina: morto Matteo Formenti, bagnino presente al drammatico incidente di Michael.

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Tragico ritrovamento a Cologne: il corpo di Matteo Fomenti

Un increscioso episodio è avvenuto nei pressi del parco di Cologne, nel Bresciano, dove è stato ritrovato il corpo senza vita di Matteo Fomenti, un bagnino di 37 anni. La notizia ha scosso la comunità locale, già segnata dalla recente tragedia dell’annegamento del piccolo Michael Consolandi, un bambino di soli quattro anni, avvenuta nella piscina del parco acquatico di Castrezzato.

La tragedia del piccolo Michael Consolandi

Il dramma di Castrezzato risale al 20 giugno, quando Michael è andato sotto acqua e, nonostante i tentativi di soccorso, è spirato dopo due giorni di agonia all’ospedale di Bergamo. Secondo le prime ricostruzioni, il piccolo sarebbe sfuggito al controllo paterno mentre giocava in piscina, e proprio la responsabilità di aver assistito a questo tragico evento sembra aver pesato profondamente su Fomenti. Fonti vicine al caso affermano che "Matteo non riusciva a perdonarsi" per non essere stato in grado di salvare il bambino.

La Procura di Brescia ha attivato un’inchiesta per chiarire le circostanze dell’annegamento e ha disposto il sequestro dei telefoni cellulari dei bagnini presenti al momento dell’accaduto, per verificare eventuali negligenze nella vigilanza. In vista dell’iscrizione nel registro degli indagati, Fomenti era risultato irreperibile il giorno seguente.

Circostanze del ritrovamento del corpo

Il martedì successivo al ritrovamento, i carabinieri hanno rinvenuto il corpo di Matteo in una zona boschiva a pochi passi dalla sua residenza. A scoprire il corpo sono stati alcuni runner, che hanno immediatamente allertato le autorità. Il suo zaino era accanto a lui e la sua auto era parcheggiata poco distante. Una fonte riservata ha dichiarato: "Matteo era un ragazzo solitario, ma ben voluto da tutti. Nessuno si aspettava un finale così triste".

Il pubblico ministero di turno, Lisa Saccaro, ha ordinato l’autopsia per chiarire le cause della morte, mentre la famiglia di Fomenti è in stato di totale shock.

Le voci della comunità e le dichiarazioni ufficiali

In questi giorni, sono emerse diverse testimonianze da parte di amici e colleghi di Fomenti. "Era un professionista dedicato, amava il suo lavoro. Non meritava di finire così" ha dichiarato uno di loro. L’assessore regionale al Sociale, Mario Rossi, ha espresso il suo cordoglio: "È una perdita inaccettabile per la nostra comunità. Dobbiamo riflettere su come supportare chi vive situazioni di stress e responsabilità così pesanti".

Secondo le prima ricostruzioni, Fomenti, dopo il sequestro del suo cellulare disposto dalla Procura, avrebbe anche comprato una nuova SIM nel tentativo di isolarsi ulteriormente. Un atteggiamento che ha allarmato i suoi conoscenti, i quali hanno tentato invano di contattarlo nei giorni successivi.

Una delle persone vicine ha sottolineato l’importanza di prendersi cura del benessere psicologico dei lavoratori nei contesti ad alta responsabilità, affermando: "Dobbiamo assicurarci che chi lavora in situazioni simili non si senta mai solo."

La situazione attuale e le indagini

Le indagini continuano per accertare la dinamica del tragico evento avvenuto a Castrezzato e capire se vi siano state negligenze da parte dei bagnini. La Procura sta esplorando tutti gli aspetti del caso, e ha già acquisito diverse testimonianze da parte dei presenti.

Inoltre, è prevista la creazione di protocolli per garantire che tutti gli operatori siano adeguatamente formati e supportati in contesti ad alto rischio. Un portavoce dell’ASL di Brescia ha affermato: "Non possiamo più permettere che tragedie come queste accadano. Dobbiamo investire nella formazione e nel supporto per i nostri operatori".

L’eco di questa storia continua a suscitare reazioni e preoccupazioni tra chi opera nel settore, e fomenta un dibattito sui limiti della responsabilità individuale in situazioni di emergenza.

La speranza è che la memoria di Matteo e di Michael possa servire a comprendere l’importanza di una maggiore attenzione e supporto nelle professioni legate alla sicurezza. La comunità di Brescia è in lutto e cerca di capire come superare un momento così critico.

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