Salute

Vaccinarsi diventerà un obbligo, accordo Stato-regioni

Presto i vaccini saranno obbligatori in tutta Italia. C’è l’intesa per una una legge nazionale che potrebbe essere ufficializzata in tempi brevi. Il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha avviato il nuovo piano per la prevenzione vaccinale, ottenendo l’assenso degli assessori.

Il nuovo piano nazionale della prevenzione vaccinale 2017-19 potrebbe presto entrare in vigore. Gli assessori delle regioni e delle province hanno votato a favore della legge che potrebbe rendere obbligatori, in tutta Italia, i vaccini per accedere agli asili ed alle scuole dell’obbligo. La proposta, ora, dovrà passare al governo ed al ministro dell’istruzione, Valeria Fedeli.

Decisione sulla scia delle iniziative prese dall’Emilia-Romagna, Trieste e Milano, che hanno già rese obbligatorie le vaccinazioni per l’iscrizione alla scuola materna. Decisioni molto criticate, ma prese per evitare l’espansione della meningite in un periodo di allarme generale. Il ministro della salute vuole rendere la legge nazionale, evitando legislazioni diverse da regione a regione.

Il coordinatore della commissione salute della conferenza delle regioni, Antonio Saitta, spiega: “L’incontro ha consentito di porre le basi per garantire un’applicazione omogenea del piano su tutto il territorio nazionale. Le nuove vaccinazioni contenute nel piano sono comprese nei nuovi livelli essenziali di assistenza e si pone l’esigenza di una condivisione Stato-regioni del percorso applicativo. Le regioni hanno proposto al ministro della Salute, non soltanto una legge nazionale che renda obbligatorie le vaccinazioni, ma anche un’anagrafe vaccinale nazionale allo scopo di avere una banca dati in cui risultino tutti i bambini e gli adulti che si sono vaccinati o meno”.

Verranno distribuite delle risorse economiche per effettuare tutto ciò. Cento milioni di euro, come previsto dalla legge di bilancio.

Scoppiano le proteste degli scettici del vaccino, che sono già sul piede di protesta contro l’obbligo vaccinale. Su Facebook sono già stati creati dei gruppi per organizzarsi in comitati e manifestazioni per il “ritiro” della legge, ancora non ufficializzata.

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