Gli italiani oramai si affidano ai consigli della rete sulle salute per ogni tipo di malanno. È divenuta un’abitudine diffusa ricercare rimedi e consigli sul web sulle più svariate malattie, da un raffreddore fino a patologie ben più serie.
Dietro a questa scarsa valutazione c’è il rischio di bufale e disinformazione: 1 su 2 si affida infatti ai primi risultati delle ricerche web senza preoccuparsi della veridicità di quanto sta leggendo.
Il web è ormai la nuova enciclopedia della salute ma non tutti gli italiani sono consapevoli dei rischi che corrono informandosi su Internet. Se poco meno del 90% degli italiani ormai si affida ai motori di ricerca per cercare notizie e consigli su cure e prevenzione, quasi 1 su 2 pensa che rivolgersi a Internet sia poco o per nulla rischioso.
Cittadinanzattiva e Ibsa Foundation for Scientific research ne hanno parlato nel corso del workshop “E-Health tra bufale e verità: le due facce della salute in Rete”. Sono stati presentati i risultati di un sondaggio commissionato da Ibsa e condotto su 802 persone. Nella rilevazione sono stati incrociati i dati sulla frequenza dell’utilizzo del web e la fiducia riposta dagli utenti sui contenuti della Rete. È emerso che i più giovani, da 24 a 34 anni di età, sono più diffidenti rispetto agli adulti tra 45 e 54 anni. I più scettici sono invece i più anziani, gli over 65, che navigano poco e che vedono il web come una fonte “ad alto rischio”.
Il 44% degli intervistati ha l’abitudine di fermarsi ai primi risultati sui motori di ricerca, percentuale che sale al 55% tra i 18-24enni e che invece scende a poco più del 22% tra gli over 65. Emergono differenze notevoli anche in base al titolo di studio: chi utilizza più spesso internet a caccia di diagnosi è soprattutto il popolo dei laureati, (il 96%), contro il 24,5% di chi non è andato oltre la licenza elementare.
Gli esperti avvertono: attenzione alle fonti. Meglio privilegiare le pagine ufficiali di organizzazioni riconosciute e affidabili; Forum e blog, sebbene siano piattaforme che suscitano empatia, possono essere fonti non del tutto affidabili da un punto di vista scientifico; Controlla la data di pubblicazione dei contenuti che potrebbero non essere più attuali; Sul web non cercare solo conferme e fai attenzione all’effetto paura quando cerchia informazioni su sintomi.
Questo decalogo è stato pensato per tutti, cittadini e pazienti, ma vuole rivolgersi in special modo alle categorie di persone più a rischio: gli anziani, spesso più ingenui quando si parla di informatica, e i genitori alle prese con i vaccini dei propri figli che, sottoposti al recente dibattito mediatico, sempre più spesso cercano sul web consigli e informazioni.
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