Non si arresta l’emergenza colere nello Yemen. L’epidemia scoppiata da fine aprile ha causato già la morte di 789 persone, secondo il nuovo bilancio reso noto dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). Sono stati registrati nello stesso periodo oltre 100mila casi di sospetto contagio.
“Ad oggi 101.820 casi sospetti di colera e 789 morti sono stati registrati nelle 19 provincie” dopo l’inizio dell’epidemia in Yemen, il 27 aprile, ha spiegato il portavoce Tarik Jasarevic.
Il colera è un’infezione diarroica acuta causata dal batterio Vibrio cholerae. La sua tramissione avviene per contatto orale, diretto o indiretto, con feci o alimenti contaminati e nei casi più gravi può portare a pericolosi fenomeni di disidratazione. In alcuni soggetti, si legge, la continua perdita di liquidi può portare alla disidratazione e allo shock, che nei casi più gravi può essere rapidamente fatale e portare alla morte.
Nonostante la scarsa attenzione dei media italiani e internazionali, il colera sta facendo quasi una vittima ogni ora. Il contesto umanitario peggiora di giorno in giorno e la comunità internazionale non può starsene con le mani in mano. Questo l’allarme lanciato dalle organizzazioni umanitarie presenti sul territorio e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha reso noto come si tratti di un’epidemia su una scala che non ha precedenti e la situazione peggiora costantemente. L’epidemia – spiega OCHA – è una manifestazione della terribile catastrofe umanitaria in corso in Yemen; più della metà di tutte le strutture sanitarie non funzionano più a causa del conflitto e 6,8 milioni di persone sono già a rischio di carestia.
I lavoratori sanitari non sono stati pagati per più di otto mesi e solo il 30% delle forniture mediche necessarie vengono importate nel paese, la raccolta dei rifiuti nelle città è irregolare e più di 8 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile e adeguata igienizzazione.
Il paese è devastato da due anni da un conflitto che ha causato già morte e devastazione, oltre 7 milioni di persone sono senza cibo, con 460 mila bambini sotto i 5 anni già colpiti da malnutrizione.
Quasi ventisette mesi di guerra e bombardamenti hanno causato oltre 6 mila vittime, distrutto scuole, fabbriche, sistemi idrici e quasi la metà delle strutture sanitarie, portando 14,8 milioni di persone a non aver accesso alle cure di base. In un contesto del genere, quella che è di fatto una malattia prevenibile e curabile come il colera, rischia di colpire oltre 150 mila persone già nei prossimi mesi.
Unanime l’appello urgente alla comunità internazionale perché faccia pressione sulle parti in conflitto per raggiungere prima possibile un cessate il fuoco. Un passo cruciale senza il quale di fatto l’epidemia in corso potrebbe trasformarsi in una delle più gravi del secolo.
Finalmente il mese scorso i donatori e la comunità internazionale si sono impegnati allo stanziamento di circa 1,2 miliardi di dollari. Ebbene, adesso è il momento di mantenere quella promessa perché la popolazione yemenita non può più aspettare.
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