2025 decisivo per le stablecoin: nuovo studio della Banca del Fucino

2025 decisivo per le stablecoin: nuovo studio della Banca del Fucino

2025 decisivo per le stablecoin: nuovo studio della Banca del Fucino

Il 2025 segna un anno cruciale per le stablecoin, con l’approvazione negli USA del Genius Act, che regola questi strumenti finanziari emergenti. Le stablecoin, criptovalute ancorate a asset stabili e caratterizzate da bassa volatilità, combinano la sicurezza della blockchain con vantaggi nei pagamenti digitali, offrendo transazioni rapide e a basso costo. Questo fenomeno solleva importanti questioni di sovranità monetaria, poiché potrebbe limitare il ruolo degli Stati nel controllo della moneta. La regolamentazione varia tra Europa, più restrittiva, e Stati Uniti, più orientati a rafforzare il dollaro come valuta di riserva. Lo studio della Banca del Fucino guida nella comprensione di questo complesso scenario finanziario.

Stablecoin: un nuovo orizzonte per la finanza digitale e la regolamentazione globale

Il 2025 si è rivelato un anno cruciale per le stablecoin: a luglio, il presidente statunitense Donald Trump ha firmato il Genius Act, una legge dedicata a regolamentare questi strumenti finanziari e le società che ne gestiscono l’emissione. Questo intervento legislativo ha rafforzato l’interesse dei mercati verso le stablecoin, considerate da molti analisti come protagoniste di una possibile rivoluzione nei pagamenti digitali internazionali. Alla base di questo interesse vi è la necessità di comprendere cosa siano effettivamente le stablecoin, come funzionano e quali opportunità offrono agli investitori, oltre al motivo per cui rappresentano un campo di competizione strategica tra le grandi potenze mondiali.

Per fare chiarezza su questi punti, la Banca del Fucino ha pubblicato uno studio all’interno della rubrica Fucino Digital, intitolato “Stablecoin e le nuove criptovalute”. Scritto dal Professor Gianluca Duretto dell’Università degli Studi Internazionali di Roma, il documento fornisce una panoramica chiara e dettagliata delle caratteristiche delle stablecoin e delle normative che le regolano in Europa e negli Stati Uniti. Lo studio spiega il meccanismo dell’ancoraggio, che consente la convertibilità delle stablecoin con asset specifici, e illustra le diverse tipologie esistenti, i rischi associati, i modi per investire in sicurezza e le differenze normative tra i due continenti.

Le stablecoin attirano attenzione soprattutto per due motivi. Anzitutto, eliminano la volatilità tipica delle criptovalute tradizionali mantenendo l’uso della blockchain, che garantisce transazioni rapide, sicure e meno costose rispetto ai sistemi tradizionali. Questo può modificare profondamente il ruolo delle banche, spostando capitali fuori dal circuito bancario ma al contempo offrendo opportunità di profitto a chi saprà adattarsi. Inoltre, pongono una questione di sovranità monetaria: la diffusione delle stablecoin potrebbe limitare la gestione statale della moneta, obbligando gli enti regolatori a intervenire con restrizioni differenti a seconda del contesto geografico.

Infine, le normative europee impongono vincoli severi per contenere i rischi, mentre gli Stati Uniti vedono nelle stablecoin una possibilità per rafforzare il dollaro come valuta di riserva mondiale, attualmente la principale ancorata alla maggior parte delle stablecoin circolanti. Questo fa delle stablecoin non solo un’innovazione tecnologica e finanziaria, ma anche un terreno strategico dove si giocano poteri economici e geopolitici. Comprendere questo nuovo universo è fondamentale per navigare con consapevolezza nelle trasformazioni del sistema finanziario globale.

Stablecoin: tra innovazione finanziaria e sfide regolamentari globali

Il 2025 ha rappresentato una tappa cruciale per le stablecoin, con l’approvazione del Genius Act da parte del presidente statunitense Donald Trump, norma volta a regolamentare questi strumenti finanziari e le aziende che ne gestiscono l’emissione. Questo evento ha acceso ulteriormente i riflettori dei mercati sulle stablecoin, alimentando previsioni su una possibile rivoluzione nei pagamenti digitali internazionali. Nonostante la diffusione del termine, rimangono molte domande riguardo alla loro natura, al loro funzionamento e al ruolo che possono ricoprire sia per gli investitori che per le dinamiche geopolitiche.

La Banca del Fucino ha contribuito a fare chiarezza pubblicando uno studio per la rubrica Fucino Digital dal titolo Stablecoin e le nuove criptovalute. L’approfondimento, curato dal Professor Gianluca Duretto dell’Università degli Studi Internazionali di Roma, illustra le basi di questo ecosistema: definisce le stablecoin come strumenti ibridi tra finanza tradizionale e criptovalute, caratterizzati principalmente dal meccanismo di ancoraggio che lega il loro valore a specifici asset o valute. Lo studio analizza inoltre le diverse tipologie di stablecoin in relazione al tipo di ancoraggio, illustra le modalità di investimento e suggerisce precauzioni per evitare rischi e frodi. Infine, si sofferma sulle differenti strategie regolamentari adottate in Europa e negli Stati Uniti.

Le stablecoin suscitano un interesse così intenso per due motivi principali. Primo, offrono la solidità del valore ancorato a un asset con la sicurezza e rapidità della tecnologia blockchain, garantendo pagamenti più economici e veloci rispetto agli attuali sistemi. Questo scenario apre importanti prospettive per il settore bancario, che potrebbe vedere spostamenti di capitali fuori dai circuiti tradizionali ma anche nuove opportunità di profitto per chi saprà adattarsi prontamente. Secondo, queste criptovalute sollevano questioni rilevanti sul piano della sovranità monetaria, poiché la diffusione di strumenti di pagamento alternativi potrebbe ridurre il controllo statale sull’offerta di moneta e sull’economia.

Dal punto di vista regolamentare, l’Europa impone restrizioni stringenti alle società emittenti stablecoin per tutelare la propria sovranità monetaria. Negli Stati Uniti, invece, si osserva una posizione più favorevole, che vede nelle stablecoin un’opportunità per rinforzare la domanda di titoli di Stato Usa e mantenere la leadership del dollaro come valuta di riserva internazionale. La predominanza attuale del dollaro nelle stablecoin in circolazione permette agli Stati Uniti di aspirare a un ruolo di primo piano in questo nuovo segmento finanziario. Le stablecoin si configurano quindi come un terreno di sfida dove si intrecciano questioni tecnologiche, economiche e geopolitiche, costringendo a un’attenta comprensione delle loro potenzialità e dei rischi.

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