Caro-affitti limita la mobilità lavorativa: ecco come influisce sulla scelta dei professionisti.

Caro-affitti limita la mobilità lavorativa: ecco come influisce sulla scelta dei professionisti.

Caro-affitti limita la mobilità lavorativa: ecco come influisce sulla scelta dei professionisti.

Il costo degli affitti in Italia rappresenta una sfida significativa per il mercato del lavoro e la mobilità dei lavoratori. Secondo un’analisi della CNA, l’affitto assorbe in media il 43,7% dello stipendio di un operaio, ma a Milano raggiunge il 65%. Città come Firenze, Roma e Bologna superano il 50%, mentre Torino e Napoli mostrano percentuali inferiori. La crescita dei canoni (+19,5%) supera l’aumento delle retribuzioni (+14%), aggravando la difficoltà di reperire personale. Una politica abitativa mirata potrebbe alleviare questo squilibrio e migliorare l’occupazione, poiché oltre il 50% delle assunzioni di recente è di difficile reperimento.

Analisi sul Costo degli Affitti e il Mercato del Lavoro in Italia

Il costo medio dell’affitto di un’abitazione rappresenta il 43,7% dello stipendio netto di un operaio. Tuttavia, a Milano questa percentuale raggiunge quasi il 65%, mentre in città come Firenze, Roma e Bologna supera il 50%. Solo Torino, con il 37,8%, e Napoli, al 34,4%, mostrano percentuali inferiori rispetto alla media nazionale fra i principali capoluoghi. Questi dati, raccolti dall’Area studi e ricerche di CNA utilizzando informazioni dell’Agenzia delle Entrate, offrono una chiara rappresentazione delle sfide che molte aziende affrontano nella ricerca di personale.

La crescita dei costi degli affitti ha un impatto diretto sulla mobilità lavorativa. Negli ultimi anni, i canoni di locazione sono aumentati mediamente del 19,5%, mentre le retribuzioni nette hanno mostrato un incremento del 14%. Questa situazione costituisce un freno per i lavoratori che cercano nuove occasioni, evidenziando l’urgenza di politiche abitative più efficaci. CNA sottolinea che affrontare il problema degli affitti potrebbe contribuire a ridurre il divario tra le assunzioni programmate dalle imprese, stimate intorno a 5,5 milioni all’anno, e i tassi di disoccupazione.

In un contesto in cui molte province italiane segnalano una saturazione del mercato del lavoro, risulta evidente la necessità di proporre soluzioni sul settore abitativo. Oltre il 30% del reddito netto di un operaio se ne va per l’affitto in 36 province italiane. Taranto, Alessandria, Isernia, Vibo Valentia e Caltanissetta, invece, mostrano canoni inferiori al 20%. A Potenza, l’incidenza più bassa si attesta al 17% del reddito.

Infine, tra i capoluoghi con maggiore saturazione del mercato del lavoro, solo Belluno, Trento, Biella e Gorizia hanno affitti che comprendono meno del 25% del reddito disponibile. La gestione dei costi abitativi, quindi, diventa cruciale per favorire la mobilità e sostenere l’occupazione in un’indispensabile sinergia tra domanda di lavoro e offerta abitativa.

Aumento degli Affitti e Difficoltà nel Mercato del Lavoro

ROMA (ITALPRESS) – L’analisi condotta dall’Area studi e ricerche di CNA mette in luce come il costo medio degli affitti sia un peso considerevole per le retribuzioni netti degli operai. Attualmente, il 43,7% dello stipendio di un lavoratore finisce nell’affitto, ma la situazione è ben più critica a Milano, dove tale incidenza raggiunge il 65%. Altre città come Firenze, Roma e Bologna superano il 50%. Solo Torino (37,8%) e Napoli (34,4%) presentano valori inferiori alla media nazionale, evidenziando una disparità territoriale significativa.

Questa realtà contribuisce alle difficoltà delle imprese di reperire personale. Il rincaro degli affitti ha un impatto negativo sulla mobilità lavorativa, aggravata da un aumento medio dei canoni del 19,5%, rispetto a un incremento delle retribuzioni nette del solo 14%. Di conseguenza, le aziende faticano ad attrarre nuovi talenti e le assunzioni pianificate, che ammontano a circa 5,5 milioni all’anno, non riescono a colmare i vuoti lasciati da una disoccupazione persistente.

La CNA sottolinea l’importanza di una politica abitativa mirata per riequilibrare questa situazione. Negli ultimi anni, la percentuale di assunzioni di difficile reperimento è salita dal 21,5% del 2017 a oltre il 50% nel 2022. In diverse province italiane, la saturazione del mercato del lavoro è elevata, con Bolzano in testa: qui solo il 7,4% dei lavoratori è occupabile rispetto alle assunzioni programmate. Anche in altre province, come Belluno e Bologna, i dati sono allarmanti.

Ridurre i costi degli affitti potrebbe dunque facilitare la mobilità interna. In 36 province, l’affitto assorbe più del 30% del reddito netto di un operaio. Solo in alcune aree, come Taranto e Potenza, l’incidenza è sotto il 20%. A Potenza, si rileva la percentuale più bassa, pari al 17%. Solo Belluno, Trento, Biella e Gorizia registrano affitti inferiori al 25% del reddito disponibile, segnalando una necessità urgente di interventi in ambito abitativo per migliorare la situazione occupazionale.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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