Pil in calo dello 0,1% nel secondo semestre, crescita prevista del 0,4% per il 2024.
Nel secondo trimestre del 2025, il prodotto interno lordo (Pil) italiano ha evidenziato una diminuzione dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, ma un incremento dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, come riportato dall’Istat. La crescita acquisita per l’intero anno risulta pari allo 0,5%. Gli investimenti fissi lordi sono aumentati dell’1%, mentre le esportazioni sono calate dell’1,7%. Nonostante una stabilità nei consumi finali nazionali, il contributo della domanda estera netta è stato negativo, influenzando il valore aggiunto nei settori agricolo e industriale, mentre il comparto dei servizi si è mantenuto stabile.
Andamento del PIL in Italia nel Secondo Trimestre del 2025
ROMA (ITALPRESS) – Nel secondo trimestre del 2025, il prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, ha mostrato una leggera contrazione dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Tuttavia, rispetto allo stesso periodo del 2024, si è registrata una crescita dello 0,4%. Questi dati, forniti dall’Istat, confermano le informazioni preliminari diffuse il 30 luglio 2025. Per l’intero anno, si prevede una crescita acquisita del Pil pari allo 0,5%, un dato già anticipato nel mese di luglio.
Rispetto al trimestre immediatamente precedente, si osserva una stabilità nei consumi finali nazionali. In compenso, gli investimenti fissi lordi hanno registrato un incremento dell’1%. Per quanto riguarda il commercio estero, si segnalano aumenti nelle importazioni dello 0,4%, mentre le esportazioni sono calate dell’1,7%. La domanda interna, al netto delle scorte, ha avuto un impatto positivo di 0,2 punti percentuali sulla variazione del Pil, con contributi neutri da parte dei consumi delle famiglie, delle Istituzioni Sociali Private e della spesa delle Amministrazioni Pubbliche.
Un contributo significativo è arrivato dagli investimenti fissi lordi, che hanno apportato 0,2 punti percentuali. Anche le variazioni nelle scorte hanno contribuendo positivamente, con un incremento di 0,4 punti percentuali. Tuttavia, la domanda estera netta ha avuto un effetto negativo di 0,7 punti percentuali. Il settore agricolo, silvicoltura e pesca ha registrato un andamento congiunturale negativo, con un valore aggiunto in contrazione dello 0,6%. Anche l’industria ha subito una diminuzione dell’0,3%, mentre il comparto dei servizi si è mantenuto stabile.
– foto screenshot Istat –
(ITALPRESS).
Analisi dell’Andamento del Pil nel Secondo Trimestre del 2025
ROMA (ITALPRESS) – Nel secondo trimestre del 2025, il prodotto interno lordo (Pil) ha mostrato una leggera flessione dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, secondo dati Istat. Tuttavia, rispetto allo stesso periodo del 2024, è stata registrata una crescita dello 0,4%. Questa valutazione conferma le anticipazioni fornite il 30 luglio 2025. Per l’anno in corso, la crescita acquisita per il 2025 è fissata allo 0,5%, in linea con le informazioni diffuse precedentemente.
Analizzando i principali componenti della domanda interna, si è evidenziata una stabilità nei consumi finali nazionali e una significativa crescita degli investimenti fissi lordi, pari all’1%. Questi dati indicano una robustezza degli investimenti, che contribuiscono a sostenere l’attività economica. Le importazioni, nel frattempo, sono aumentate dello 0,4%, mentre le esportazioni hanno subito una contrazione dell’1,7%, evidenziando un certo disequilibrio nelle transazioni commerciali con l’estero.
La domanda nazionale, esclusi i cambiamenti nelle scorte, ha avuto un impatto positivo di 0,2 punti percentuali sulla contrazione del Pil. Non si registrano variazioni significative dai consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private, né dalla spesa delle Amministrazioni Pubbliche. Gli investimenti fissi lordi hanno contribuito favorevolmente di 0,2 punti percentuali, mentre le scorte hanno apportato un ulteriore incremento di 0,4 punti percentuali. D’altra parte, la domanda estera netta ha avuto un impatto negativo di 0,7 punti percentuali.
Infine, si evidenziano risultati negativi per il valore aggiunto nei settori dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, e nell’industria, con diminuzioni rispettivamente dello 0,6% e dello 0,3%. Al contrario, il settore dei servizi è rimasto stabile, contribuendo a bilanciare le perdite in altri ambiti economici, evidenziando la complessità e la varietà della situazione economica attuale.
(ITALPRESS)
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