Ricordiamo Rosario Livatino, il giudice studente vittima della mafia. Esempio di coraggio e giustizia.
ROMA (ITALPRESS) – L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, in collaborazione con la Regione Siciliana, ha lanciato un’importante iniziativa culturale: la pubblicazione del volume **”Rosario Livatino tra Diritto e Fede”**. Curato da Gaetano Armao, professore di Diritto amministrativo all’Università di Palermo, il libro ricorda la figura straordinaria di Rosario Livatino, il “giudice studente” tragicamente ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990.
Il Ruolo di Rosario Livatino nella Giustizia Italiana
Il magistrato Rosario Livatino ha rappresentato un simbolo di integrità e dedizione al lavoro. Come sottolinea Gaetano Armao, “l’impegno professionale e la forza morale del giovane Livatino ne fecero un magistrato motivato, attratto dagli studi, integra e aliena da ogni forma di protagonismo”. Livatino incarnava il sogno di un riscatto per la sua terra, credendo fermamente che il cammino verso una Sicilia migliore potesse passare attraverso la legalità, l’onestà e il senso del dovere.
Questa pubblicazione non si limita a commemorare la persona, ma offre anche una visione dettagliata delle sue competenze giuridiche. La tesi di Livatino, che rimase a lungo inedita, fu discussa con il massimo dei voti cinque mesi prima della sua morte. La sua tesi in diritto urbanistico regionale, presentata presso la Scuola di perfezionamento in Diritto regionale dell’Università di Palermo nell’aprile del 1990, è ora un documento prezioso che illumina un concorrente fondamentale della sua formazione sia intellettuale sia professionale.
