Achille Costacurta: tra droghe, 7 TSO e tentativi di suicidio, la sua drammatica storia
Achille Costacurta, ospite del podcast One More Time di Luca Casadei, ha condiviso una testimonianza sincera e intensa in cui ha parlato apertamente di dipendenze, difficoltà psicologiche e ricoveri forzati. Nel corso dell’intervista, l’artista ha ripercorso la sua adolescenza travagliata, fatta di detenzione, trattamenti sanitari obbligatori (TSO), uso di droghe, rabbia e una diagnosi di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività). Ha narrato il suo drammatico tentativo di suicidio e il rapporto complesso con i genitori, Billy Costacurta e Martina Colombari, che da sempre lo sostengono nel suo percorso di riscatto, lontano dalla sua Milano d’origine.
Le dipendenze e i ricoveri: la lotta di Achille Costacurta
Fin dall’adolescenza, Achille Costacurta ha vissuto momenti difficili legati all’uso di sostanze. “Ho iniziato a fumare quando avevo 13 anni e al compimento dei miei 18 anni ho provato la mescalina”, ha raccontato durante il podcast, aprendo il cuore sulla sua esperienza. Ha descritto un episodio drammatico del suo passato, quando, sotto effetto di sostanze, ebbe una colluttazione con la Polizia a seguito di un comportamento agitato su un taxi. “Il poliziotto mi ha tirato un pugno in faccia, io ero allucinato e l’ho colpito a mia volta. Poco dopo è arrivato il mio primo TSO; ne ho fatti sette in totale”.
Achille ha ricordato come le esperienze sanitarie siano state molto differenti: “A Padova i medici sono stati molto gentili, mentre a Milano sono stato legato al letto per tre giorni dopo un incidente con un medico. Urlavo perché avevo bisogno del pappagallo, ma ero completamente immobilizzato, con mani e piedi legati, e dovevo fare la pipì addosso”. Questi momenti segnarono profondamente la sua vita e il suo modo di affrontare la malattia.
