Scopri come l’intelligenza artificiale trasforma la pubblicità secondo l’Università Luiss.
L’intelligenza artificiale sta trasformando la comunicazione aziendale e la pubblicità, surclassando gli influencer e i formati immersivi. Nonostante molte imprese italiane la utilizzino per creare contenuti personalizzati e generare insight, un’ampia parte non adotta strutturalmente questa tecnologia. La ricerca “Verso gli Smart media centre” dell’Università Luiss, basata su un campione di oltre 100 leader del settore e 400 consumatori, evidenzia come le aziende destineranno una parte significativa del budget media alla sperimentazione di nuovi canali. Si osserva una crescente frammentazione dei mezzi e il bisogno di misurare l’attenzione del pubblico in un contesto comunicativo complesso.
Rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale nella Comunicazione Aziendale
ROMA (ITALPRESS) – L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente la comunicazione d’impresa e il panorama pubblicitario, superando l’influenza degli influencer e dei formati immersivi. Le aziende italiane la utilizzano sempre più per orientare investimenti, creare contenuti personalizzati e ottenere informazioni predittive. Tuttavia, una parte significativa delle imprese non la adotta in maniera strutturata. Questi spunti emergono dalla ricerca “Verso gli Smart media centre”, condotta dal Centro di Ricerca X.ITE dell’Università Luiss per l’agenzia di marketing Digital Angels, presentata oggi a Roma.
Lo studio, guidato dai professori Luiss Marco Francesco Mazzù, Michele Costabile e Stella Romagnoli, raccoglie dati da fonti nazionali e internazionali, unendo analisi qualitative e quantitative. La ricerca ha coinvolto oltre 100 leader del settore – tra CEO, direttori marketing e comunicazione, responsabili media – ed è stata realizzata tra giugno e ottobre 2025. I risultati mostrano che le aziende dedicano mediamente tra il 6% e il 10% del budget pubblicitario a nuove sperimentazioni, con un focus particolare su social advertising, video online e programmatic.
In questo scenario, si assiste anche a una frammentazione dei mezzi e del pubblico, complicando la capacità dei brand di emergere e mantenere coerenza. In un contesto di sovraccarico comunicativo, la vera sfida è misurare non solo la quantità dei messaggi, ma anche la qualità dell’attenzione e il coinvolgimento reale del pubblico. Marco Mazzù ha sottolineato l’importanza di integrare creatività, tecnologia e analisi dei dati, evidenziando come l’intelligenza artificiale possa essere un alleato strategico, ma che spetta alla visione umana dare senso e unicità.
Alla presentazione hanno partecipato diverse personalità, tra cui Alessandra De Marco, direttore dell’Ufficio per l’Informazione e la Comunicazione Istituzionale, e Letizia Pizzi, direttore Generale di Anitec-Assinform. I rappresentanti di diverse aziende leader del settore hanno contribuito al dibattito sul futuro della comunicazione e sull’impatto dell’innovazione tecnologica.
L’Impatto dell’Intelligenza Artificiale nella Comunicazione Aziendale
ROMA (ITALPRESS) – L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente il panorama della comunicazione aziendale e della pubblicità, superando in termini di impatto anche gli influencer e i formati immersivi. Le aziende italiane stanno sempre più utilizzando queste tecnologie per indirizzare gli investimenti, creare contenuti su misura e ottenere intuizioni predittive. Tuttavia, una parte considerevole di queste organizzazioni non la sfrutta in modo sistematico. Questi aspetti emergono dalla ricerca “Verso gli Smart media centre”, condotta dal Centro di Ricerca X.ITE dell’Università Luiss, in collaborazione con l’agenzia di marketing Digital Angels e presentata oggi a Roma.
I risultati dello studio rivelano che le aziende destinano in media tra il 6% e il 10% del budget media alla sperimentazione di nuovi canali e formati, concentrandosi principalmente su social advertising, video online e programmatic. Cresce l’interesse verso la Connected TV e il Digital Out-Of-Home, mentre i mezzi tradizionali mantengono una stabilità. Inoltre, la digitalizzazione ha facilitato una “democratizzazione” dell’investimento pubblicitario, con le piccole e medie imprese che rappresentano ormai un quarto del mercato.
In questo scenario, la frammentazione dei mezzi e del pubblico rappresenta una sfida per i brand, chiamati a distinguersi in un contesto saturato di comunicazioni. È fondamentale non solo misurare la quantità dei messaggi, ma anche valutare la qualità dell’attenzione e il coinvolgimento del pubblico. Marco Mazzù, direttore della Knowledge Transfer Unit del Centro di Ricerca Luiss X.ITE, sottolinea come l’analisi condotta disegni un ecosistema in evoluzione, dove innovazione tecnologica e nuove abitudini di consumo siano centrali nel ridefinire le dinamiche del settore.
Nel futuro, la sinergia tra creatività, tecnologia e analisi dei dati sarà essenziale. L’intelligenza artificiale rappresenta un alleato strategico, ma la visione umana rimane cruciale per offrire un valore distintivo. Le agenzie dovranno quindi adottare un approccio flessibile, consulenziale e orientato ai dati, in grado di unire efficienza e qualità nelle relazioni con i clienti.
Non perderti tutte le notizie di tecnologia su Blog.it
