L’Italia delle città intermedie, Esposito: il tessuto connettivo fondamentale del Paese

L’Italia delle città intermedie, Esposito: il tessuto connettivo fondamentale del Paese

L’Italia delle città intermedie, Esposito: il tessuto connettivo fondamentale del Paese

Un rapporto di Mecenate 90 e Centro Studi Tagliacarne analizza 157 città intermedie italiane, fonti di eccellenza economica e innovazione, che uniscono aree interne e metropolitane. Queste città, con quasi 11 milioni di abitanti, producono il 20% dei beni e servizi nazionali, mostrando dinamismo sociale, culturale e demografico superiore rispetto alle grandi città. Pur avendo un tessuto economico leggermente inferiore, brillano per qualità culturale e resistenza demografica, con una perdita di popolazione prevista inferiore alle metropoli. Funzionano come poli di collegamento e flussi territoriali, offrendo resilienza e flessibilità sociale, rappresentando un modello vincente per il Paese.

Le Città Intermedie: Un Pilastro per lo Sviluppo e la Coesione Territoriale in Italia

ROMA (ITALPRESS) – Le città intermedie rappresentano un tessuto connettivo essenziale che unisce le aree interne del Paese con le grandi aree metropolitane. Sono 157 i comuni analizzati in uno studio realizzato da Mecenate 90 in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne, che evidenzia come queste realtà ospitino imprese di eccellenza del Made in Italy e vantino un forte contenuto innovativo. Questi centri urbani manifestano un dinamismo sociale, culturale ed economico in grado di generare opportunità concrete per contrastare il fenomeno dello spopolamento e la carenza di infrastrutture, sia fisiche che digitali.

Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, descrive le città intermedie come medie realtà che non rientrano né nelle grandi aree metropolitane né nei piccoli comuni. Con una popolazione complessiva che sfiora gli 11 milioni, pari al 18% del totale italiano, queste città contribuiscono al 20% della produzione nazionale di beni e servizi, dimostrando una rilevanza economica significativa. Questi centri, infatti, godono di vantaggi specifici rispetto alle metropoli, fungendo da veri e propri poli di sviluppo locale e territoriale.

Lo studio ha anche messo a confronto la qualità della vita nelle città intermedie rispetto alle grandi aree metropolitane, considerando aspetti economici, sociali, culturali e demografici. Il risultato mostra una qualità economica leggermente inferiore ma comparabile a quella delle aree metropolitane. I punti di forza emergono soprattutto negli ambiti culturale e demografico, con un indice di qualità della vita superiore rispettivamente di oltre il 20% e circa il 12%. Questi dati spiegano perché, nell’arco temporale fino al 2050, le città intermedie perderanno solo il 4% della popolazione, contro l’8% delle aree metropolitane, dimostrando maggiore resilienza demografica.

Esposito sottolinea inoltre che le città intermedie funzionano come una rete di collegamento tra grandi poli metropolitani e il complesso dei comuni dell’entroterra, creando flussi di interscambio importanti. Questa struttura territoriale diffusa contribuisce a mantenere stabile il sistema Paese anche in momenti di crisi, ammortizzando gli impatti. Le città intermedie incarnano una visione di equilibrio e flessibilità economica e sociale, rivelandosi un modello capace di valorizzare la ricchezza delle diversità locali e rappresentando una dimensione di vita caratterizzata da una vera “gioia di vivere”, che ha storicamente contraddistinto il successo del nostro Paese.

Il Ruolo Strategico delle Città Intermedie nel Tessuto Sociale ed Economico Italiano

Le città intermedie italiane costituiscono un fondamentale tessuto connettivo che collega le aree interne del Paese con i grandi poli metropolitani. Sono 157 centri analizzati da un rapporto di Mecenate 90 in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne, e rappresentano territori che ospitano imprese di spicco nell’ambito del Made in Italy e dell’innovazione. Questi centri manifestano un dinamismo sociale, culturale ed economico che genera opportunità concrete per contrastare fenomeni di spopolamento e carenze nelle infrastrutture, sia fisiche sia digitali.

Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, sottolinea il ruolo fondamentale delle città intermedie come soggetti che presidiano il territorio italiano, posizionandosi tra le grandi aree metropolitane e i piccoli comuni. Con una popolazione di quasi 11 milioni di abitanti, pari al 18% della popolazione italiana, queste città contribuiscono per circa il 20% alla produzione nazionale di beni e servizi, assumendo un peso economico e sociale rilevante. L’indagine ha valutato la qualità della vita in queste città attraverso un indice basato su quattro dimensioni: affari, economia, sociale e demografia.

I risultati mostrano come, nel complesso, la qualità economica delle città intermedie sia leggermente inferiore ma sostanzialmente comparabile a quella delle metropoli. Anche più evidenti sono i risultati positivi sul piano culturale e demografico, con queste città che ottengono un punteggio superiore di oltre il 20% nel primo ambito e circa il 12% nel secondo rispetto alle aree metropolitane. Questa dinamica si riflette anche nelle previsioni demografiche: nel 2050 le città intermedie perderanno meno popolazione rispetto alle metropoli, rispettivamente il 4% contro l’8%.

Le città intermedie, viste come poli intermedi, fungono da rete di collegamento e di scambio tra le grandi aree metropolitane e i comuni dell’entroterra, contribuendo alla resilienza del sistema territoriale italiano. Grazie a questa rete distribuita, il Paese riesce a sostenere meglio eventuali crisi nei grandi poli di sviluppo. Il concetto di “medio”, applicato a queste città, rappresenta un modello capace di bilanciare le diverse situazioni territoriali e garantire non solo flessibilità economica, ma anche una vitalità sociale che contribuisce a quella tipica “gioia di vivere” che ha storicamente caratterizzato l’Italia.

Non perderti tutte le notizie di economia su Blog.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *