Il ‘Rembrandt della cucina’ svela il suo menu natalizio: cena a massimo 90 euro

Il ‘Rembrandt della cucina’ svela il suo menu natalizio: cena a massimo 90 euro

Il ‘Rembrandt della cucina’ svela il suo menu natalizio: cena a massimo 90 euro

La Tradizione Natalizia di Gianfranco Vissani: Piatti Sostenibili e Rispettosi

«Altro che piatti dozzinali, il Natale è rispetto della tradizione», afferma Gianfranco Vissani, il noto chef umbro che porta avanti una visione culinaria fortemente radicata nel territorio. Vissani è un fiero sostenitore dell’importanza delle radici gastronomiche italiane, che devono orientare ogni menù, soprattutto durante le festività natalizie. La sua proposta per il Natale non è solo un elenco di piatti, ma una vera e propria celebrazione della cultura gastronomica italiana.

Il Menù di Natale: Tradizione e Innovazione

Per il Natale di quest’anno, Vissani ha scelto un menù che rievoca antiche tradizioni ma con un tocco di modernità. Tra le sue proposte troviamo il capitone alla brace, accompagnato da lenticchie, una pietanza simbolica legata all’augurio di prosperità. Inoltre, non mancheranno cappelletti o tagliolini in brodo, preparati in modo da ottenere un brodo ristretto, quasi un consommé, arricchito da capesante marinate e uovo di quaglia. Questi piatti non sono solo per deliziare il palato, ma sono anche un modo per onorare il territorio e le tradizioni locali.

Prezzi e Sostenibilità: Un Focus Necessario

Riflettendo sulle sfide attraversate dalla ristorazione oggi, Vissani sottolinea l’importanza della sostenibilità. «Il prezzo giusto per una buona cena? Tra i 70 e 90 euro. Oltre, rischiamo di allontanarci dalle persone», dichiara a ANSA. La sua visione è che l’Italia, riconosciuta come un faro della cucina mondiale, deve continuare a promuovere i suoi piatti tipici come la carbonara, l’amatriciana e il risotto. «La fascia media è saltata; i prodotti costano e il personale manca», continua Vissani. Questo è un chiaro richiamo alla necessità di mantenere la cucina democratica e accessibile, affinché non si perda il legame tra ristoratori e clientela.

«Se non torniamo a garantire una cucina accessibile, rischiamo di non avere più clienti e di perdere l’essenza del nostro mestiere», avverte Vissani, mettendo in luce un tema cruciale per il futuro della gastronomia italiana.

Derive della Cucina Moderna: Un Allerta Importante

Riflettendo sull’evoluzione della cucina contemporanea, Vissani esprime preoccupazione. «Oggi c’è una cucina alterata, chimica», avverte, incoraggiando i professionisti del settore a mantenere viva l’anima del cibo. Uno dei suoi sostenitori, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, considera Vissani un vero maestro, paragonandolo ai grandi pittori della storia: «Se togli l’anima, togli tutto. È come nella pittura: Velázquez, Renoir, Rembrandt non avevano bisogno di etichette». Per Vissani, cucinare è un atto creativo che esprime ciò che sente, un patrimonio che porta dentro di sé.

Significato della Stella Michelin: Un Traguardo Personale

Nel 2025, Vissani ha affrontato un momento difficile quando ha perso una stella Michelin, ma la sua reazione è stata sorprendente e di grande classe: «Non mi interessa, sono stato 25 anni senza guida Michelin. Con la stella o senza, io resto uguale». Questo attaccamento alla propria visione e al proprio stile di cucina rivela una sicurezza e una passione inestimabili. La stella Michelin, per Vissani, non definisce il suo valore come chef né la qualità della sua cucina.

Il Riconoscimento della Cucina Italiana come Patrimonio dell’Umanità

Il recente riconoscimento della cucina italiana da parte dell’UNESCO come Patrimonio culturale immateriale dell’umanità è un motivo di orgoglio per Vissani. Secondo lui, la cucina è una forma d’arte e di espressione culturale. «Dobbiamo garantire piatti accessibili e difendere i piccoli produttori. Abbiamo migliaia di eccellenze e vogliamo che vengano celebrate, non mascherate dai moderni metodi di cottura», afferma con passione.

La Cucina come Strumento di Pace

Vissani crede fermamente che una buona tavola possa anche fungere da strumento di dialogo e pacificazione. «Mi presterei a cucinare per un accordo tra Putin e Zelenskyj; un pranzo ben fatto può creare dialogo», dichiara, riflettendo sulla potenza della cucina come mezzo di interazione umana. In un mondo spesso dominato dalla conflittualità, la speranza di Vissani è che la cucina possa insegnarci a convivere e trovare punti di incontro, sottolineando così l’importanza del cibo come elemento di unione.

In sintesi, la visione di Gianfranco Vissani ci invita a riflettere sul valore della tradizione e sull’importanza della sostenibilità, offrendo uno sguardo ispirato verso un futuro in cui la cucina possa davvero essere una fonte di pace e connessione umana.

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