Caccia alla rarità: il team del Laos cerca l’ultima saola nel suo habitat naturale.
Incontro ravvicinato con la saola
Rob Timmins è uno dei pochi biologi ad aver avuto l’opportunità di osservare da vicino una saola, un evento raro e quasi mitico. La saola, scientificamente conosciuta come Pseudoryx nghetinhensis, è stata descritta per la prima volta nel 1993 e fino ad oggi è stata registrata viva solo in alcune occasioni, con cinque rilevamenti tramite trappole fotografiche e pochi individui brevemente tenuti in cattività. Timmins ha incontrato una di queste saole nel 1996, una femmina chiamata Martha, catturata da alcuni villaggi in Laos. Nonostante il suo straordinario fascino, Martha visse solo poche settimane in cattività prima di morire.
Timmins descrive Martha come “indubbiamente bella” e notevolmente diversa da altri ungulati, caratterizzata da un comportamento docile. La saola ha guadagnato anche un soprannome in un dialetto laotiano: Saat Supphap, che significa “animale cortese”. Grazie alla sua evoluzione unica, la saola è collocata in un proprio genere e presenta tratti distintivi, come una coppia robusta di corna scure e segni bianchi sul viso.
