Crollo dell’auto in Europa: Bruxelles deve intervenire subito, l’emergenza è ormai critica
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato a Bruxelles l’importanza del Fondo per la competitività quale risposta necessaria alle crescenti esigenze indicate da Mario Draghi per colmare il divario europeo. Urso ha evidenziato la necessità di coordinare tali fondi con investimenti in ricerca e tecnologie avanzate come il quantum e l’intelligenza artificiale, proponendo un portale unico europeo per facilitare l’accesso ai finanziamenti. Ha inoltre richiamato l’attenzione sulla crisi del settore automobilistico europeo, auspicando un approccio pragmatico, flessibile e tecnologicamente neutro, integrando risorse pubbliche e private.
Fondo per la Competitività e sfide industriali: la posizione del ministro Urso al Consiglio UE
ROMA – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha evidenziato l’importanza cruciale del nuovo Fondo per la competitività intervenendo al Consiglio Competitività dell’Unione Europea tenutosi a Bruxelles. Urso ha ricordato come Mario Draghi avesse più volte denunciato l’entità del fabbisogno necessario per recuperare competitività in Europa, passata da 500 miliardi di euro nel giugno 2024 a 1.200 miliardi recentemente. Questo aumento sottolinea il danno causato dai ritardi nel rispondere efficacemente alle esigenze delle imprese europee, che rischiano di ampliare ulteriormente il divario competitivo a livello globale.
Un aspetto su cui il ministro ha posto l’accento riguarda il coordinamento imprescindibile tra gli investimenti in ricerca e gli strumenti dedicati alle tecnologie abilitanti come il quantum computing e l’intelligenza artificiale. Ha inoltre valorizzato l’esperienza italiana con la piattaforma incentivi.gov.it, proposta come modello da cui trarre spunto per la creazione di un portale europeo unico. Questo consentirebbe di semplificare e rendere più immediato l’accesso ai fondi per imprese e innovatori in tutta l’Unione.
Urso ha poi rivolto una particolare attenzione al settore automobilistico, oggetto di una vera e propria crisi in Europa, caratterizzata da numerose chiusure di impianti produttivi e un’ondata di licenziamenti lungo tutta la filiera. Ha richiesto un approccio concreto e pragmatico, libero da schemi ideologici, per affrontare le trasformazioni necessarie in questo comparto, riconoscendone la rilevanza per l’economia europea e il made in Italy.
Tra le proposte avanzate dal ministro vi è l’inserimento nel Fondo per la competitività di misure dedicate alla transizione del settore automotive, basate su un principio di neutralità tecnologica. Prevede inoltre strumenti innovativi per supportare start-up e scale-up, favorendo una combinazione flessibile di risorse europee, nazionali e private, con l’obiettivo di rafforzare la capacità di innovazione e competitività del sistema industriale europeo.
Fondo per la competitività e sfide strategiche per il made in Italy e l’Europa
ROMA – Il Fondo per la competitività rappresenta una risposta indispensabile alle richieste avanzate più volte dall’ex presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi. Già a giugno 2024, Draghi aveva stimato un fabbisogno di 500 miliardi di euro annuali per recuperare competitività, cifra che a settembre è cresciuta a 800 miliardi, fino a raggiungere i 1.200 miliardi pochi giorni fa. Questi numeri evidenziano come i ritardi nelle politiche di sostegno alle imprese europee generino un crescente divario competitivo rispetto ad altre aree del mondo. È necessario dunque agire rapidamente e con decisione per evitare ulteriori penalizzazioni.
Durante il suo intervento al Consiglio Competitività dell’Unione Europea a Bruxelles, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato l’importanza di coordinare gli investimenti dedicati alla ricerca con strumenti specifici rivolti alle tecnologie abilitanti, quali il quantum computing e l’intelligenza artificiale. Ha inoltre messo in luce l’efficacia della piattaforma italiana incentivi.gov.it come esempio virtuoso da cui prendere spunto per sviluppare un portale unico europeo. Questo strumento faciliterebbe l’accesso ai fondi, rendendo più semplice per le imprese europee usufruire dei finanziamenti disponibili.
Il ministro Urso ha espresso una particolare preoccupazione per la crisi del settore automotive europeo, definendolo “in collasso”. Ogni giorno infatti si registrano chiusure di stabilimenti e migliaia di licenziamenti lungo tutta la filiera produttiva. Per affrontare questa situazione, occorre adottare un approccio realistico e pragmatico, senza pregiudizi ideologici. Urso ha ribadito la proposta italiana di inserire specifiche misure di sostegno alla transizione del comparto automobilistico all’interno del Fondo per la competitività. Tra questi interventi figurano il principio di neutralità tecnologica e strumenti innovativi dedicati a start-up e scale-up che possano contribuire a rilanciare il settore.
L’obiettivo è combinare in modo flessibile le risorse europee, nazionali e private per generare un ecosistema più dinamico e competitivo. Solo così sarà possibile rispondere con efficacia alle sfide globali e sostenere la crescita delle imprese italiane ed europee, rafforzando la posizione del continente nello scenario internazionale. Il coinvolgimento diretto dei soggetti coinvolti e la semplificazione delle procedure rappresentano elementi fondamentali per raggiungere questi risultati ambiziosi.
Non perderti tutte le notizie di economia su Blog.it
