Cuzzelli (Lumsa): Tregua in Ucraina e prematurità sulla presenza di soldati stranieri.
Potenziale Tregua nel Conflitto Ucraino: Il Punto di Vista di Giorgio Cuzzelli
Il conflitto in Ucraina continua a destare preoccupazione a livello globale. A poche settimane dal previsto incontro tra i presidenti Donald Trump e Vladimir Putin, si profila la possibilità di una “tregua di tipo coreano” che, sebbene possa apparire come un passo verso la pace, potrebbe in realtà rappresentare un armistizio insufficiente a risolvere le cause profonde della contesa. Il professor Giorgio Cuzzelli, esperto di sicurezza e studi strategici all’Università Lumsa di Roma, ha condiviso le sue riflessioni durante un’intervista con Claudio Brachino per l’Agenzia Italpress e il suo programma Diplomacy Magazine.
Cuzzelli ha sottolineato come la questione dei territori perduti sia cruciale per arrivare a una soluzione per l’Ucraina. A partire dall’occupazione della Crimea da parte della Russia nel 2014, Mosca ha esteso la sua influenza occupando gran parte delle province ucraine al confine con la Russia. “La situazione attuale presenta una linea del fronte che, sebbene dovrebbe essere stabilizzata, si trova più o meno a metà tra queste due province e il resto dell’Ucraina”, ha dichiarato Cuzzelli, evidenziando le posizioni strategiche occupate dalle forze ucraine che non intendono cedere.
Le Implicazioni di un Intervento Militare Straniero in Ucraina
Passando a questioni di natura militare, Cuzzelli ha parlato dell’iniziativa italiana per creare un facsimile dell’articolo 5 della NATO. Questa iniziativa mira a fornire garanzie formali all’Ucraina affinché possa difendersi adeguatamente. L’ex ufficiale degli Alpini ha specificato che per la presenza di forze straniere in Ucraina è necessaria un’autorizzazione formale da parte del governo ucraino, una condizione che attualmente è raramente discussa. Non è scontato che l’Ucraina accetti una presenza militare straniera, rendendo cruciale il consenso di Kiev per qualsiasi futura operazione.
Cuzzelli ha inoltre messo in luce la necessità di negoziati bilaterali tra gli Stati interessati e l’Ucraina, suggerendo che una coalizione di “volenterosi” richiederebbe un accordo di partenza tra ogni paese partecipante e Kiev. “Al momento, ci si trova in una situazione confusa riguardante le modalità di intervento. Ci si domanda, per esempio, chi potrebbe dare mandato a una forza di interposizione in Ucraina e con quale obiettivo”, ha aggiunto. Senza un accordo preliminare, qualsiasi intervento sarebbe visto come un atto di ostilità dalla Russia, complicando ulteriormente la situazione.
Oltre alla questione ucraina, Cuzzelli ha affrontato l’attuale conflitto in Medio Oriente, con particolare riferimento a Gaza. La situazione si fa sempre più complessa, poiché Israele si prepara a un’eventuale operazione militare per conquistare Gaza City e potrebbe estendere la sua sovranità in Cisgiordania. Cuzzelli esclude l’eventualità di un “Vietnam” in Gaza, citando le differenze significative tra le forze in campo e gli spazi disponibili. Secondo lui, non è nel miglior interesse di Israele occupare permanentemente Gaza: “Quello che stiamo vedendo è l’inizio del capitolo finale tra Israele e Hamas”, ha commentato.
Riguardo alla necessità di un accordo politico dopo la sconfitta di Hamas, Cuzzelli ha avvertito che non ci sarà una soluzione semplice. La necessità di una nuova autorità locale che possa gestire la situazione post-conflitto diventa quindi essenziale. Sottolinea l’importanza di una coalizione di Stati arabi, supportata dalla comunità internazionale, per raggiungere un accordo duraturo. “La pazienza e la moderazione dell’Arabia Saudita nel tentare di raggiungere un accordo con Israele dimostra l’intento politico e economico di stabilire relazioni positive nella regione”, ha aggiunto, accennando al progetto Imec, un’alternativa significativa alla Belt and Road Initiative cinese.
Inoltre, l’Arabia Saudita ha un forte interesse politico a mantenere stabili le relazioni con le potenze occidentali, inclusi Stati Uniti e Israele, per poter affrontare la “patata bollente” rappresentata dall’Iran. La cautela mostrata dai sauditi potrebbe rivelarsi cruciale per un futuro accordo che stabilisca una pace duratura in Medio Oriente.
In sintesi, l’analisi di Cuzzelli mette in luce come sia imperativo per l’Occidente, e per i paesi coinvolti, considerare attentamente le dinamiche in atto sia in Ucraina che in Medio Oriente. Senza un impegno serio e una strategia chiara, si rischia di amplificare conflitti esistenti piuttosto che trovare soluzioni concrete per una pace duratura.
Fonti: Agenzia Italpress, Università Lumsa.
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