Diventa un esperto: il futuro del “Netflix dell’IA” ti aspetta!

Tra i cofondatori di Oculus Story Studio, Edward Saatchi sa bene quanto possa essere difficile...

Saatchi ha spiegato che il grande problema della VR era il fatto che costringeva gli utenti a muoversi in un limbo in cui si aspettavano di essere sia passivi che interattivi, a seconda della scena. Alternando tra questi due modi di interazione, il piano di Oculus mirava a far sentire i progetti come una fusione tra film tradizionali e videogiochi. Tuttavia, il suo rifiuto di guardare film in VR è stato un segno chiaro del fatto che questa tecnologia fosse un vicolo cieco.

L’interesse di Saatchi per l’AI generativa è emerso in seguito a un ostacolo tecnico riscontrato mentre sviluppava un adattamento VR del libro per bambini di Neil Gaiman, *Wolves in the Walls*. In entrambe le versioni della storia, una giovane ragazza di nome Lucy vive nella paura costante dei lupi che si trovano dentro le mura della sua casa. Il suo team desiderava far sì che Lucy potesse avere conversazioni fluenti con i giocatori mentre li guidava attraverso le stanze della sua casa, ma il personaggio era limitato a recitare frasi preimpostate.


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