Eurodeputati maltesi sollecitano l’Unione Europea a combattere la pesca illegale del lampuki.
La crescente preoccupazione per la pesca illegale del lampuki a Malta
LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – È in aumento la pressione sulla Commissione Europea per affrontare il problema della pesca illegale del lampuki, un pesce molto ricercato nel Mediterraneo, da parte di pescatori tunisini e italiani. L’eurodeputato laburista Thomas Bajada ha lanciato un appello urgente per una reazione efficace dopo aver evidenziato gravi violazioni delle normative esistenti.
Richiesta di intervento alla Commissione Europea
Bajada ha scritto una lettera al Commissario europeo per la pesca, Costas Kadis, denunciando attività di pesca illegale documentate attraverso filmati circolati sui social media dal 25 luglio 2025. Questi video mostrano barche di pescatori tunisini e italiani che catturano esemplari di lampuki, noto anche come delfino comune, durante il periodo di divieto fissato dalle normative europee.
La Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM) ha stabilito regole chiare per la pesca di questo pesce, consentendone la cattura solo dal 15 agosto al 31 dicembre. Le attività riportate violano direttamente queste disposizioni e destano preoccupazione per la sostenibilità dell’ecosistema marino.
Sfruttando i canali ufficiali, Bajada ha sottolineato l’importanza di un intervento rapido e mirato. Ha evidenziato come la pesca illegale non solo danneggi l’ambiente marino, ma metta anche a rischio le economie locali e il lavoro di pescatori che operano in modo legale e responsabile.
Malta, una nazione fortemente legata alla propria tradizione di pesca, sta affrontando una crisi crescente a causa diqueste pratiche illegali. I pescatori locali sono preoccupati che la presenza di imbarcazioni non autorizzate nel loro territorio possa compromettere la loro attività e il principale obiettivo di mantenere un ecosistema marino sano.
### L’impatto della pesca illegale sul mercato e sull’ambiente
La pesca del lampuki è particolarmente significativa per l’economia maltesa. Le esportazioni di questo pesce rappresentano una parte fondamentale della cultura gastronomica e dell’industria turistica. È utilizzato in numerosi piatti tradizionali e la sua cattura durante la stagione legale è attesa con ansia dai ristoratori e dai pescatori. L’azione illegale danneggia non solo il mercato locale, ma anche la reputazione di Malta come destinazione gastronomica, sempre più ansiata per la sostenibilità.
Le catture non autorizzate di lampuki possono avere effetti devastanti sugli stock di pesce. Se non controllata, la pesca illegale porta a una decimazione delle popolazioni di lampuki, mettendo in pericolo non solo questo pesce, ma anche altre specie marine che sono parte dell’ecosistema locale. A lungo termine, questo potrebbe portare a un collasso della pesca sostenibile, Costringendo molte famiglie e comunità a cercare professioni alternative, con rischi economici significativi.
### Misure da intraprendere per la salvaguardia della pesca
Gli esperti in materia di sostenibilità e mari hanno evidenziato la necessità di rafforzare i controlli e le ispezioni delle imbarcazioni operanti nella regione mediterranea. La collaborazione tra le varie nazioni che si affacciano sul Mediterraneo è fondamentale per garantire il rispetto delle normative internazionali. È nel comune interesse di tutti gli stati costieri preservare le risorse marine, ma ciò richiede un impegno collettivo e concertato.
Inoltre, sono necessarie campagne di sensibilizzazione per informare i pescatori locali sull’importanza della pesca sostenibile e della compliance alle normative vigenti. È essenziale che tutte le parti coinvolte comprendano le conseguenze a lungo termine delle loro azioni per garantire un futuro florido per la pesca e per l’ambiente marino.
### Conclusioni e prospettive future
Il problema della pesca illegale del lampuki sottolinea l’importanza di avere norme più strette e efficaci per la protezione delle risorse marine nel Mediterraneo. La richiesta di intervento di Thomas Bajada rappresenta un passo importante nella direzione giusta. È un chiaro segnale per la Commissione Europea e per tutti i governi dei paesi costieri: la protezione dei mari deve diventare una priorità.
Fonti ufficiali come la Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo e l’Unione Europea sono fondamentali per la creazione di un quadro normativo che possa garantire un utilizzo sostenibile delle risorse marine. La mobilitazione della comunità internazionale e delle autorità locali è essenziale per affrontare questo problema in modo efficace e per assicurare un futuro equilibrato e prospero per la pesca nel Mediterraneo.
Con la crescente attenzione su questioni di sostenibilità e il benessere delle comunità di pescatori, la speranza è che un’azione concertata possa finalmente portare a risultati positivi. Restare uniti e impegnati nella salvaguardia delle risorse marine è un imperativo per garantire un futuro per i pescatori legali e per la biodiversità del nostro mare.
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Per ulteriori informazioni e aggiornamenti sulla situazione della pesca illegale in Mediterraneo e le azioni intraprese a livello europeo, si possono consultare i siti ufficiali della Commissione Europea e della CGPM.
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