Facebook, i banner truffa che prosciugano il conto telefonico

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Truffe su Facebook: spam truffaldini che costano 5 euro al giorno. Le trappole sono spesso le pubblicità prima della visione di un video, o gallerie di immagini che nascondono attivazioni ad abbonamenti mai richiesti dagli utenti. La polizia postale mediante l’account Facebook “Una Vita da Social”, richiama l’attenzione e dà consigli utili su come non cadere nell’inganno.

 L’allarme lanciato dalla polizia

Dalla pagina Facebook “Una vita sociale”, la polizia scrive: “#Buongiorno ai ritardari #Occhioallatruffa. Internauti attenti, la truffa corre in rete. Lo diciamo sempre, e lo ripetiamo ancora. Anche un semplice quiz su #Facebook potrebbe celare un abbonamento a servizi a pagamento. Non è un alert nuovo, ma sempre meglio RIPETERE perché sono stati molti gli amici che si sono trovati in fattura importi per servizi a pagamento che prevedono canoni di € 5,00 e oltre alla settimana, oltre al costo dei contenuti”.
Spesso gli utenti non capiscono di cosa si tratti e di quali servizi avrebbero usufruito. Gli utenti pensano di giocare ad un quiz gratuito, come in effetti avviene nella maggior parte dei casi, invece si ritrovano abbonati ad un servizio a pagamento, senza capire che cliccare e rispondere alle domande comporta l’adesione ad un contratto. Ancor più difficile è scoprire tale attivazione per i titolari di schede dati utilizzate con dispositivi tipo iPAD, perché non possono ricevere alcun sms di avvertimento. Per verificare l’esistenza di tali servizi sulla propria scheda occorre chiamare il proprio gestore, quindi formalizzare immediatamente reclamo e in caso attivare la procedura di conciliazione presso il Co.Re.Com.
#chiamatecisempre.

“I 10 cani più belli” e “i gatti più costosi” sono stati alcuni dei link che hanno fatto cadere in trappola i molti utenti, spinti dalla curiosità. Cliccando sul pulsante “avanti”, ad insaputa dell’utente ci si abbona automaticamente ad un servizio settimanale che addebita sul conto telefonico il pagamento. Un addebito che va da 5 a 7 euro a settimana se si sfoglia la photo gallery, fino a 5 euro al giorno.

Basta un click di troppo o un attimo di distrazione davanti il display del cellulare, che dal proprio conto telefonico spariscono fino a sette euro. Basta per esempio guardare il video di una ricetta in un post nella propria bacheca Facebook per attivare un servizio a pagamento sulle ultime notizie di gossip, oppure basta eliminare il messaggio pubblicitario che precede la visione di un video per ricevere suonerie, messaggi sulla vita amorosa dei calciatori di serie A, barzellette e proverbi cinesi.

È a Palermo che si registra il maggior numero di truffe. Nell’ultimo anno sono arrivate a Federconsumatori 150 segnalazioni di attivazione “indesiderate” di servizi a pagamento per smartphone. Si tratta di aziende che giocano sulla distrazione dei consumatori e puntano tutto sui prelievi di credito telefonico della prima settimana di attivazione. Quelle segnalate a Palermo sono solo una piccola parte delle contestazioni, le persone coinvolte sono almeno 10 mila. Molti non si accorgono dell’abbonamento e continuano a pagare. Nel 2015 tutti i gestori di telefonia mobile in Italia sono stati multati dall’Agcom (Autorità per le garanzie sulle comunicazioni) per non aver vigilato sul fenomeno, ma nel 2016 le attivazioni sono aumentate, oltre 500 mila.

 

La Noatel non si assume la rensabilità

La Noatel è una delle società che fornisce questi servizi aggiuntivi a pagamento . La società palermitana sostiene di seguire le linee guida stabilite da Agcom e rinvia all’utente ogni responsabilità sulle attivazioni indesiderate. “Per tutti i nostri servizi sono necessari almeno tre click per confermare l’attivazione” e in ogni caso non preleviamo il denaro subito, ma 24 ore dopo. Se poi l’utente si accorge in ritardo della sottoscrizione, rimborsiamo l’intera cifra sempre, anche quando dal traffico internet del richiedente emerge una palese consapevolezza dell’utente”, assicurano dalla Noatel.

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