Federbeton avverte: senza tutele, il cemento italiano perde competitività sul mercato globale

Federbeton avverte: senza tutele, il cemento italiano perde competitività sul mercato globale

Federbeton avverte: senza tutele, il cemento italiano perde competitività sul mercato globale

L’industria italiana del cemento sollecita interventi urgenti per proteggere la propria competitività di fronte alle nuove norme europee sulle emissioni e alla crescente concorrenza delle importazioni extra-UE, quasi decuplicate in dieci anni. Durante un incontro alla Camera dei Deputati, Federbeton Confindustria ha evidenziato l’aumento dei costi legati al sistema ETS e la distribuzione poco equa dei proventi delle aste, con un settore escluso dai sostegni energetici. Serve un’applicazione rigorosa del meccanismo CBAM, una maggiore inclusione nelle compensazioni per la decarbonizzazione e criteri più bilanciati per l’accesso ai fondi ETS, essenziali per garantire materiali sostenibili e affidabili.

Industria del cemento italiano: sfide e richieste per garantirne la competitività

ROMA (ITALPRESS) – L’industria del cemento in Italia rivolge un forte appello alle istituzioni per l’adozione di misure urgenti volte a preservare la competitività di un settore fondamentale, che si trova ad affrontare nuove normative europee sulle emissioni e una crescente pressione derivante dall’aumento delle importazioni extra-UE. Questo è stato il tema centrale dell’incontro alla Camera dei Deputati, intitolato “Governare la transizione ETS e ETS2. Quale impatto per l’Italia”. Durante l’evento, Stefano Gallini, presidente di Federbeton Confindustria, ha sottolineato la necessità di interventi concreti per sostenere un comparto capace di fornire materiali affidabili e sostenibili a supporto dello sviluppo economico e sociale nazionale.

Il settore si trova a fronteggiare una duplice sfida. Da un lato, l’inasprimento del sistema europeo ETS, caratterizzato da un aumento progressivo dei costi della CO2 e da una riduzione delle quote gratuite assegnate alle imprese. Dall’altro, la concorrenza di Paesi extra-UE che non applicano gli stessi rigorosi standard ambientali europei, riuscendo così a produrre materiali a costi inferiori. Questa situazione è aggravata dall’aumento significativo delle importazioni di cemento e clinker provenienti da fuori Unione Europea, le quali sono quasi decuplicate nell’ultimo decennio, rappresentando una minaccia concreta per le aziende italiane.

Secondo Gallini, la piena applicazione del meccanismo CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) rappresenta uno strumento essenziale per riequilibrare il mercato in modo equo. Inoltre, si evidenzia un problema legato alla distribuzione dei ricavi generati dalle aste ETS: nel 2024 questi fondi hanno raggiunto i 2,6 miliardi di euro, ma solo una minima quota viene destinata al settore del cemento, definito “hard-to-abate” e strategico per la riduzione delle emissioni. Un ulteriore elemento critico è rappresentato dai costi energetici elevati, aggravati dall’esclusione del comparto dal recente bando del Ministero dell’Ambiente dedicato alla compensazione dei costi indiretti delle emissioni, nonostante l’altissima intensità elettrica e il rischio di delocalizzazione della produzione.

Federbeton insiste sull’importanza di adottare strumenti efficaci per la decarbonizzazione e garantire un trattamento più equo nell’accesso ai fondi ETS. L’associazione chiede che il cemento venga incluso tra i settori beneficiari delle compensazioni previste, sottolineando in particolare come, qualora non fosse possibile estendere la misura all’intero comparto, almeno il clinker dovrebbe essere ammesso. Solo con queste azioni sarà possibile tutelare la competitività delle imprese italiane e sostenere la transizione verso un modello produttivo più sostenibile.

Il settore del cemento italiano: sfide e richieste per tutelare competitività e sostenibilità

ROMA (ITALPRESS) – L’industria italiana del cemento si rivolge con urgenza alle istituzioni per sollecitare interventi mirati volti a salvaguardare la competitività di un comparto cruciale, oggi alle prese con le nuove normative europee sulle emissioni e, contemporaneamente, con una pressione crescente dalle importazioni extra-UE. Durante l’incontro “Governare la transizione ETS e ETS2. Quale impatto per l’Italia” alla Camera dei Deputati, Stefano Gallini, presidente di Federbeton Confindustria, ha sottolineato l’importanza di dotare il settore di strumenti che consentano di continuare a fornire materiali affidabili e sostenibili, fondamentali per lo sviluppo economico e sociale del Paese.

Il settore del cemento affronta una doppia sfida: da un lato, l’inasprimento del sistema europeo ETS, con l’aumento del costo della CO2 e la riduzione delle quote gratuite, dall’altro, la concorrenza di produttori esteri che non sono soggetti agli stessi rigorosi standard ambientali europei e possono pertanto operare con costi più bassi. Negli ultimi dieci anni, le importazioni di cemento e clinker provenienti da Paesi extra-UE sono quasi decuplicate, mettendo a rischio la tenuta delle aziende italiane che faticano a competere in queste condizioni.

Secondo Gallini, un’applicazione rigorosa del meccanismo CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) rappresenta uno strumento indispensabile per riequilibrare il mercato, garantendo condizioni di parità per le imprese italiane. Un altro tema centrale riguarda l’allocazione dei proventi delle aste ETS, che nel 2024 hanno generato un gettito consistente di 2,6 miliardi di euro, ma di cui solo una quota minima è destinata al settore del cemento, considerato a elevato impatto ambientale ma essenziale per la transizione ecologica. Federbeton chiede pertanto criteri di accesso più equi e una redistribuzione più favorevole dei fondi.

Anche i costi energetici rappresentano un elemento critico: il settore è stato escluso dal recente bando ministeriale per la compensazione dei costi indiretti derivanti dalle emissioni, nonostante la sua elevata intensità elettrica e il rischio di delocalizzazione produttiva. Gallini evidenzia che, qualora non fosse possibile includere tutto il comparto, almeno la produzione di clinker dovrebbe essere ammessa a beneficiare delle misure di supporto. Federbeton rivendica pertanto un approccio più equilibrato e misure efficaci per favorire la decarbonizzazione senza compromettere la competitività delle imprese italiane del cemento.

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