Gaza: il cessate il fuoco ridisegna il futuro del Medio Oriente

Accordo di Cessate il Fuoco nella Striscia di Gaza: Prospettive e Sfide
ROMA (ITALPRESS) – Siamo a un passo dalla realizzazione di un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, a poche ore dalla visita del premier israeliano Benjamin Netanyahu a Washington. A dichiararlo è Sima Shine, ricercatrice e ex direttrice del programma “Iran and the Shiite Axis” all’Institute for National Security Studies (Inss). Durante un webinar organizzato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei, Shine ha affermato: “Credo che siamo all’inizio di un processo per forgiare un nuovo Medio Oriente”.
Il Ruolo della Comunità Internazionale e l’Appoggio Politico
La ricercatrice ha messo in luce come l’accordo di cessate il fuoco a Gaza e il rilascio di circa 50 ostaggi siano sostenuti anche dall’opposizione politica. Shine ha commentato che, nonostante alcune frizioni interne, come il dissenso dei ministri dell’estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, c’è un ampio consenso per promuovere la pace. “Le voci contrarie non possono fermare un processo necessario”, ha sottolineato. Questo processo, secondo Shine, implica anche la creazione di un nuovo governo palestinese che sostituisca Hamas, coinvolgendo funzionari dell’Autorità Nazionale Palestinese e Stati arabi, accompagnato da un graduale disarmo dell’organizzazione armata.
“È importante che la comunità internazionale giochi un ruolo attivo per facilitare questo cambiamento e riporta la popolazione nei kibbutz confinanti con Gaza”, ha aggiunto, evidenziando la necessità di stabilità e sicurezza per gli israeliani.
La situazione attuale è particolarmente delicata. Il trauma vissuto in Israele in seguito agli eventi del 7 ottobre è senza precedenti. Shine ha descritto l’attacco di quel giorno come “qualcosa di diverso da qualsiasi guerra vista in passato”. In questo contesto, l’esperta ha affermato che “nessuno in Israele desidera vedere Hamas al governo a Gaza”.
Shine ha richiamato l’attenzione su un aspetto cruciale della crisi attuale: il legame tra l’attacco di Hamas e le operazioni di Israele contro i programmi nucleari e missilistici iraniani, avviate a partire dal 13 giugno. Senza il supporto materiale e l’addestramento fornito dall’Iran, ha dichiarato, “l’operazione del 7 ottobre non sarebbe stata possibile”. Questo ha reso la minaccia iraniana un tema centrale nel dibattito sulla sicurezza israeliana.
Secondo l’ex capo della Divisione Ricerca e Valutazione del Mossad, l’intensificarsi del conflitto e il supporto iraniano a gruppi come Hezbollah e Hamas costituiscono la “motivazione strategica” delle recenti azioni militari di Israele. Shine ha spiegato: “La paura di perdere tempo con i colloqui sul nucleare con Teheran e il recente rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) hanno spinto il governo Netanyahu a intervenire”.
In aggiunta, Shine ha messo in risalto come la attuale operazione di Israele sia legata alla “finestra di opportunità” creata dalla debolezza degli alleati iraniani, segno di una strategia più ampia per contenere l’influenza dell’Iran nella regione.
Le Relazioni Diplomatiche tra Israele e Arabia Saudita
Un altro tema scottante trattato da Shine riguarda la possibilità di una normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita. “La possibilità di dialogo è sempre presente”, ha affermato. “Tuttavia, l’Arabia Saudita è spaventata dal proseguimento della guerra e dai potenziali coinvolgimenti”, ha aggiunto. La ricercatrice ha evidenziato che, nonostante ci siano contatti diplomatici in corso, una piena normalizzazione non avverrà finché ci saranno conflitti in atto a Gaza. “Israele è consapevole di questo”, ha concluso.
Shine ha inoltre sottolineato l’importanza dell’approccio adottato da figure politiche internazionali come Donald Trump, che ha lavorato per favorire una pace duratura in Medio Oriente. “Il tentativo di Hamas di bloccare questa prospettiva attraverso l’attacco del 7 ottobre dimostra quanto sia fondamentale il dialogo”, ha stretto.
In un contesto così complesso, le dichiarazioni di esperti come Shine possono offrire spunti di riflessione utili per comprendere le dinamiche di un Medio Oriente in continua evoluzione, dove la ricerca della pace rimane una sfida fondamentale.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
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