Glioblastoma: sintomi, cause, cura e tassi di sopravvivenza spiegati chiaramente
Strategie di diagnosi e trattamento del glioblastoma
La diagnosi precoce è fondamentale per pianificare un trattamento adeguato. La risonanza magnetica (MRI) è l’esame di riferimento per identificare la presenza, la localizzazione e l’estensione del tumore cerebrale. Talvolta, durante l’intervento chirurgico, si utilizza l’MRI intraoperatoria per guidare con precisione la rimozione della massa tumorale limitando il danno al tessuto sano circostante.
Il trattamento è complesso e multidisciplinare. Coinvolge neurochirurghi, oncologi, radioterapisti, infermieri specializzati e personale di supporto. Le opzioni terapeutiche principali sono:
- Chirurgia: Tentativo di asportazione massimale della massa tumorale mantenendo funzionalità neurologiche.
- Radioterapia: Uso di radiazioni mirate per distruggere le cellule tumorali residue.
- Chemioterapia: Farmaci antitumorali somministrati per via sistemica o locale.
- Terapia con campi elettrici alternati: Tecnica innovativa che utilizza campi elettrici a bassa intensità per interferire con la proliferazione cellulare.
- Trial clinici: Coinvolgimento in studi sperimentali per nuove terapie.
- Cure di supporto: Per gestire sintomi come nausea, dolore e crisi epilettiche e migliorare la qualità di vita.
Prognosi e aspettative di vita
Il glioblastoma è una patologia molto grave a causa della sua natura aggressiva e della difficoltà nel trattarlo efficacemente. Sebbene le terapie possano rallentare la progressione del tumore e alleviare i sintomi, il tasso di recidiva è alto.
La prognosi rimane infausta: la sopravvivenza mediana è di circa 8 mesi dalla diagnosi, mentre la percentuale di pazienti che raggiungono i 5 anni di vita è inferiore al 7%.
Nonostante ciò, la ricerca scientifica continua a sviluppare nuove opzioni terapeutiche con l’obiettivo di migliorare la qualità e la durata della vita dei pazienti affetti da glioblastoma.
