Google, multa da 2,42 mln € dall’Ue: abuso di posizione dominante

0

La Commissione Europea infligge una multa record a Google: una sanzione pari a 2,42 miliardi di euro. L’accusa è di abuso di posizione dominante risaliva al 2009, per 1,06 miliardi di euro, nei confronti del colosso dell’informatica Intel.

Le reazioni del colosso

“Non siamo rispettosamente d’accordo con le conclusioni annunciate oggi” da Bruxelles che impongono una multa record da 2,42 miliardi a Google, “rivedremo la decisione della Commissione in dettaglio in quanto stiamo considerando di fare ricorso, e continueremo a perorare la nostra causa”, ha detto il vicepresidente senior e consigliere generale di Google Kent Walker, sostenendo che “quando si fa shopping online, si vogliono trovare i prodotti che si stanno cercando in modo veloce e facile”.

Posizione dominante per gli acquisti on line

Secondo la Commissione, Google ha sistematicamente dato maggior risalto al suo servizio di comparazione degli acquisti: quando un utente cerca su Google un prodotto, il suo servizio di shopping gli propone le varie possibilità accanto ai risultati in alto, quindi molto visibili. I servizi di comparazione degli acquisti dei suoi rivali, sono invece lasciati nella colonna dei risultati generici, selezionati dagli algoritmi generici.

“La strategia usata da Google per i suoi servizi shopping non era solo attrarre gli utenti rendendo i suoi prodotti migliori di quelli dei rivali. Google ha invece abusato della sua posizione dominante sul mercato della ricerca per promuovere il suo servizio di comparazione dello shopping nei suoi risultati, declassando quelli dei suoi concorrenti. Quello che ha fatto è illegale per le regole antitrust”, ha detto la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.

Per la commissaria ha “negato alle altre aziende la possibilità di competere sui loro meriti e di innovare”, e “più importante ancora ha negato ai consumatori Ue una scelta genuina di servizi”.
Secondo i commissari europei Google interviene sui risultati facendo scendere nel ranking dell’indicizzazione (che dovrebbe seguire criteri oggettivi) i concorrenti nello shopping online e, simultaneamente, introduce in alto, con una manina invisibile che non è però quella di Adam Smith, i propri servizi. La decisione è importante perché potrebbe influenzare tutti gli altri servizi di Google in altri settori, come quello dei viaggi o delle mappe.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *