I figli si confidano più con Chatgpt che con i genitori
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L’Intelligenza Artificiale (IA) sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nella vita dei giovani italiani, soprattutto all’interno delle dinamiche familiari. Un numero crescente di figli, infatti, preferisce rivolgersi a strumenti come ChatGPT per chiedere consigli, sfogarsi o affrontare dubbi personali, invece di parlarne direttamente con i genitori. Questo fenomeno nasce in un contesto di distanza emotiva crescente e di difficoltà comunicative tra le generazioni.
Una recente indagine sulle abitudini digitali degli adolescenti ha coinvolto oltre 900 ragazzi tra gli 11 e i 20 anni, rivelando una fragilità emotiva sempre più diffusa. Oltre il 50% degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato sistemi di IA generativa per parlare delle proprie emozioni, mentre il 12% interagisce con questi strumenti in modo abituale. La scelta nasce dalla percezione di adulti spesso poco empatici o eccessivamente giudicanti, con conseguente bisogno di trovare un interlocutore più neutrale e disposto all’ascolto.
Un bisogno di ascolto emotivo
Questa tendenza non riguarda solo la tecnologia, ma soprattutto la necessità di essere ascoltati davvero. Più di 7 adolescenti su 10 affermano di desiderare un dialogo più autentico con i genitori, ma oltre 1 su 5 ammette che questo bisogno è costante e raramente soddisfatto. Le dinamiche familiari spesso lasciano poco spazio alla comunicazione sincera, e quasi 2 giovani su 3 vorrebbero ricevere maggiore sostegno emotivo da parte degli adulti, tramite gesti che esprimano presenza e comprensione piuttosto che controllo.
Quasi il 60% dei ragazzi dichiara di provare difficoltà nel parlare faccia a faccia delle proprie emozioni. Questo ostacolo alimenta il ricorso a strumenti alternativi, percepiti come più sicuri e meno giudicanti. L’IA diventa così un mezzo attraverso il quale esprimersi senza il timore di deludere, essere criticati o non essere capiti.
