Il 20% degli italiani non vuole figli, il doppio della Francia

Il 20% degli italiani non vuole figli, il doppio della Francia

Un’analisi di Noto Sondaggi pubblicata dal Sole 24 Ore mette in luce il calo delle nascite in...

Un’analisi di Noto Sondaggi pubblicata dal Sole 24 Ore mette in luce il calo delle nascite in Italia, confrontandolo con altri Paesi europei come Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. In Italia, il fenomeno assume una connotazione culturale, con il 20% dei giovani che non intende avere figli, il doppio rispetto ad alcuni Stati europei. Tra le cause principali ci sono l’insicurezza economica, l’instabilità lavorativa e la carenza di supporto familiare e sociale, fattori percepiti in modo più marcato dagli italiani. L’analisi sottolinea l’urgenza di politiche strutturali e di un progetto organico per invertire questa tendenza.

Diminuzione delle nascite in Italia: un fenomeno caratterizzato da fattori culturali ed economici

Il Sole 24 Ore di oggi riporta un’approfondita analisi, condotta da Noto Sondaggi, che esamina le cause della diminuzione delle nascite in Italia e in altri Paesi europei come Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. In particolare, per il nostro Paese questo calo presenta delle peculiarità legate a dinamiche culturali. I giovani italiani mostrano un atteggiamento sempre più disilluso nei confronti della genitorialità, con una quota ben più alta rispetto agli altri Stati europei che non ha figli e non ha intenzione di averne. Questo dato raggiunge il 20%, il doppio rispetto a Francia e Germania (10%) e molto superiore a Regno Unito (8%) e Spagna (4%).

Secondo Antonio Noto, fondatore di Noto Sondaggi, questa tendenza riflette una percezione tra i giovani italiani dell’impossibilità di affrontare la complessa questione demografica senza un cambiamento strutturale nelle politiche sociali. Sono richieste misure che vadano oltre bonus e interventi sporadici, puntando invece alla creazione di un sistema solido di servizi, opportunità e certezze che offra una prospettiva di futuro reale e rassicurante. I giovani del nostro Paese risultano infatti i più preoccupati rispetto ai coetanei degli altri cinque Paesi considerati, a causa di incertezze economiche, precarietà nel lavoro, carenze nelle politiche abitative e insufficienza nei congedi parentali.

Tra le motivazioni principali che spingono gli italiani a rinunciare alla genitorialità emergono ragioni di natura economica, indicate dal 57% degli intervistati, la mancanza di supporto familiare (77%) e la scarsa considerazione sociale del ruolo genitoriale (72%). Questi dati si differenziano in modo netto rispetto agli altri Stati europei, dove la famiglia ha un ruolo meno centrale come rete di sostegno e dove chi ha figli gode di una maggiore valorizzazione sociale.

Per affrontare questa sfida significativa e complessa, Antonio Noto sottolinea l’importanza di un approccio organico e continuativo, superando la semplice somma di azioni isolate. Solo così l’Italia potrà sperare di invertire un trend che attualmente registra livelli preoccupanti e rischia di condizionare profondamente il futuro demografico e sociale della nazione.

Giovani italiani e il calo delle nascite: un fenomeno culturale che richiede risposte strutturali

Il Sole 24 Ore di oggi offre un’analisi approfondita realizzata da Noto Sondaggi riguardo alle cause del calo delle nascite non solo in Italia ma anche in Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. Per quanto riguarda il nostro Paese, il fenomeno sembra avere caratteristiche peculiari rispetto agli altri contesti nazionali: si configura ormai come un fenomeno culturale. I giovani italiani appaiono sempre più sfiduciati e poco propensi a diventare genitori, con addirittura il 20% di loro che non ha figli e non intende averne in futuro. Questa percentuale è doppia rispetto a quella francese e tedesca (10%) e supera nettamente quella registrata nel Regno Unito (8%) e in Spagna (4%).

Antonio Noto, fondatore di Noto Sondaggi, sottolinea che per i giovani del Bel Paese è evidente che la gestione di questa situazione complessa richiede politiche più ambiziose, capaci di andare oltre la semplice concessione di bonus o interventi marginali. Serve costruire una piattaforma stabile e strutturata di servizi, opportunità e certezze che guardi al futuro e restituisca fiducia alle nuove generazioni. Infatti, gli italiani mostrano un livello di preoccupazione per il domani maggiore rispetto ai coetanei europei in temi quali l’incertezza economica, l’instabilità lavorativa, le difficoltà legate alle politiche abitative e i congedi parentali. Questi aspetti sono stati analizzati con la stessa attenzione in tutti i Paesi considerati nel sondaggio.

I motivi per cui i giovani italiani scelgono di non avere figli sono principalmente di natura economica, come evidenziato dal 57% degli intervistati, ma anche dovuti alla carenza di reti di sostegno familiare (77%) e a una scarsa valorizzazione sociale del ruolo di genitore (72%). Questo profilo si discosta nettamente da quello degli altri Paesi europei, dove la figura genitoriale riceve un ampio riconoscimento e la famiglia viene percepita come punto di riferimento prioritario nel sostegno dei genitori. Secondo Antonio Noto, affrontare la crisi demografica italiana richiede un impegno coerente e continuativo, che superi la somma di azioni isolate e costruisca un progetto organico capace di fare la differenza.

L’analisi evidenzia che il calo demografico in Italia non è solamente una conseguenza di fattori economici ma è profondamente legato a un mutamento culturale e sociale. Il ruolo della politica e delle istituzioni è cruciale affinché le nuove generazioni possano recuperare fiducia nel futuro, trovando nel Paese un contesto stabile in cui formare una famiglia senza timori e con prospettive concrete di supporto. Rafforzare servizi e tutele significa dunque investire nel capitale umano e rigenerare la speranza nelle prossime generazioni.

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