Il nuovo show ‘Pluribus’ del creatore di ‘Breaking Bad’ è esclusivamente realizzato da umani.
La nuova serie “Pluribus” segna così il ritorno di Gilligan alla fantascienza, dopo la sua famosa esperienza con “X-Files”. In questo nuovo progetto, riunisce la star di “Better Call Saul”, Rhea Seehorn, che interpreta una scrittrice di romanzi romantici che si trova a dover affrontare un’invasione aliena. La scelta di affrontare temi così audaci e controversi è un modo per sfuggire ai cliché del genere e aggiungere una profondità inedita alla narrazione.
L’atteggiamento critico di Gilligan nei confronti dell’IA non è un caso isolato. Sempre più artisti, scrittori e cineasti stanno esprimendo preoccupazioni simili, avvertendo sui rischi che l’uso eccessivo dell’intelligenza artificiale comporta per la creatività umana. Come evidenziato nel loro manifesto, molti di loro chiedono di preservare l’autenticità dei racconti e dei processi creativi, sottolineando il fatto che la vera bellezza dell’arte risiede nell’esperienza e nelle emozioni umane.
Un futuro senza intelligenza artificiale nella creatività
Ciò che “Pluribus” ci insegna non è solo il valore della narrazione umana, ma anche la necessità di riflettere criticamente sul ruolo della tecnologia nel nostro mondo. Un approccio ponderato è essenziale per garantire che l’arte e la creatività non vengano sacrificate sull’altare della produttività e dell’efficienza. La necessità di un equilibrio tra tecnologia e creatività umana è più rilevante che mai.
La scelta di una dichiarazione esplicita nei titoli di coda e le dichiarazioni di Gilligan riflettono una crescente inquietudine tra gli artisti riguardo al futuro dell’industria creativa. L’emergere di nuove tecnologie dovrebbe servire a potenziare la creatività, non a sostituirla. Questa posizione potrebbe spingere verso un cambiamento culturale più ampio, in cui ci si allontana dall’idea che l’IA possa sostituire l’intelligenza e l’esperienza umana.
