Il rischio del virus nella carne di pollo: cosa c’è da sapere in Italia

L’allarme della Commissione Europea per i focolai di influenza aviaria in Polonia ha scatenato preoccupazione a livello internazionale. Negli ultimi giorni sono stati registrati quasi 180 casi, coinvolgendo ben 116 fattorie. Matteo Bassetti, direttore delle Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ha sottolineato l’importanza di un’azione coordinata a livello europeo per contrastare la diffusione del virus, considerando che la Polonia è il principale esportatore di carne di pollo nell’Unione Europea.
Il microbiologo Giovanni Rezza ha evidenziato il rischio di diffusione del virus a livello globale, poiché milioni di uccelli positivi potrebbero spostarsi ovunque. In risposta a questa emergenza, l’Unione Europea ha annunciato l’adozione di misure preventive per contrastare la diffusione dell’influenza aviaria.
In Italia, il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha sottolineato l’importanza di un approccio preventivo alla gestione dell’emergenza. Il Governo italiano ha destinato fondi per studi sperimentali sulla vaccinazione di tacchini, con l’obiettivo di migliorare le misure di prevenzione e contenimento del virus. È in corso anche uno studio sul monitoraggio dei bovini, al fine di rilevare tempestivamente eventuali rischi di trasmissione del virus aviario a questa specie.
La collaborazione e la condivisione di informazioni a livello europeo sono fondamentali per affrontare efficacemente l’emergenza sanitaria legata all’influenza aviaria. È quindi necessario un coordinamento tra gli Stati membri dell’Unione Europea per adottare strategie comuni in materia di veterinaria e prevenzione delle malattie infettive.
In conclusione, la situazione attuale richiede un’azione tempestiva e coordinata a livello internazionale per proteggere la salute pubblica e garantire la sicurezza alimentare.
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