Il testamento di Giorgio Armani: lusso diviso tra la Maison e le relazioni personali.
La pianificazione dell’eredità di Giorgio Armani
MILANO (ITALPRESS) – La scomparsa di Giorgio Armani il 4 settembre, a 91 anni, ha segnato una svolta significativa per la sua maison. Lontano dall’essere un fatto imprevisto, il designer aveva predisposto dettagliatamente il futuro della sua azienda e la distribuzione dei beni personali. Due testamenti, datati 14 marzo e 2 aprile, custoditi presso lo studio notarile di Elena Terrenghi, delineano chiaramente le sue intenzioni. Un aspetto chiave emerge: la Giorgio Armani S.p.A. continuerà a essere gestita dalla Fondazione che porta il suo nome, mentre il patrimonio immobiliare e finanziario sarà suddiviso tra familiari e collaboratori a lungo termine, con particolare considerazione per il compagno e braccio destro, Leo Dell’Orco.
Il primo testamento, datato 14 marzo, si concentra sull’assetto della maison. Armani ha stabilito che, entro 18 mesi dall’apertura della successione, la Fondazione dovrà cedere il 15% del capitale ad operatori di pari livello, dando priorità ai grandi gruppi partner storici come LVMH, EssilorLuxottica e L’Oréal. Se necessario, sarà coinvolto un operatore scelto dalla Fondazione stessa insieme a Dell’Orco, o, in sua assenza, dai nipoti Andrea Camerana e Silvana Armani.
