Il testamento di Giorgio Armani: lusso diviso tra la Maison e le relazioni personali.

Il testamento di Giorgio Armani: lusso diviso tra la Maison e le relazioni personali.

Le strategie future della Fondazione Giorgio Armani

Questo passaggio rappresenta solo l’inizio di un percorso ben definito. Tra il terzo e il quinto anno dopo la successione, il medesimo acquirente potrà acquisire tra il 30 e il 54,9% delle quote, arrivando così a detenere una maggioranza assoluta. In caso di stallo, Armani ha previsto un piano alternativo: una possibile quotazione in Borsa entro otto anni, su un mercato regolamentato italiano o equivalente. In questa eventualità, la Fondazione conserverà comunque un controllo significativo, mantenendo una quota non inferiore al 30,1%. Essenziale in tutte le opzioni è la volontà di evitare l’ingresso di fondi di investimento, desiderando mantenere l’indipendenza della maison dalle speculazioni finanziarie.

La Fondazione Giorgio Armani diventa pertanto il fulcro della successione, detenendo il 9,9% del capitale in azioni di categoria F e la nuda proprietà sul restante 90%. A Dell’Orco viene riservato l’usufrutto del 30% delle azioni A, mentre un ulteriore 15% è distribuito tra i familiari: la sorella Rosanna, il nipote Andrea Camerana e le nipoti Silvana e Roberta. La suddivisione dei diritti di voto riflette la precisione con cui Armani ha pianificato il suo futuro: il 40% a Dell’Orco, il 30% alla Fondazione, e il 15% ciascuno a Silvana e Andrea Camerana.


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