Istat: l’85% del taglio Irpef favorisce le fasce di reddito più alte
L’audizione del presidente Istat Francesco Maria Chelli evidenzia che la riduzione di due punti percentuali della seconda aliquota Irpef interesserà oltre 14 milioni di contribuenti, con un beneficio medio annuo di circa 230 euro, favorendo soprattutto le famiglie più ricche. Nel 2025, la crescita economica stimata è dello 0,5%, con un andamento stabile nel terzo trimestre 2024 e dinamiche differenziate tra i settori agricolo, industriale e dei servizi. Il nuovo bonus mamme coinvolgerà circa 865mila lavoratrici, con un costo di 570 milioni. Infine, il 9,9% della popolazione ha rinunciato a cure mediche nel 2024, soprattutto a causa di lunghe liste di attesa.
Interventi fiscali e situazione economica in Italia: analisi ISTAT
Secondo Francesco Maria Chelli, presidente dell’ISTAT, la riduzione di due punti percentuali nella seconda aliquota Irpef interesserà poco più di 14 milioni di contribuenti, con un vantaggio annuo medio di circa 230 euro. Questo intervento coinvolgerà circa 11 milioni di famiglie, pari al 44% di quelle residenti nel Paese. Questi dati emergono dall’audizione presso le Commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera, che fornisce una panoramica sull’impatto economico atteso.
Per quanto riguarda le previsioni economiche, la crescita acquisita per il 2025 è stimata allo 0,5%. Nel terzo trimestre del 2024 il PIL è rimasto stabile su base congiunturale, dopo la leggera contrazione del periodo precedente, segnando un aumento tendenziale dello 0,4%, in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti. Questa stabilità deriva da una crescita nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, da una diminuzione nel settore industriale e da una situazione invariata nel comparto dei servizi. La domanda interna ha registrato un contributo negativo, compensato parzialmente da quello positivo della componente estera.
L’analisi mostra che oltre l’85% delle risorse riservate alla riduzione dell’aliquota Irpef va a favore delle famiglie appartenenti ai due quinti più ricchi della distribuzione del reddito. In particolare, circa il 90% delle famiglie più benestanti e oltre il 66% di quelle del penultimo quinto trarranno beneficio dalla misura. Il guadagno medio oscillerà da 102 euro per le famiglie più povere a 411 euro per quelle più ricche, con un aumento inferiore all’1% sul reddito familiare in tutte le fasce.
Il nuovo bonus mamme per il 2025, elevato a 60 euro mensili, coinvolgerà circa 865 mila lavoratrici, ovvero un quarto delle donne con figli lavoratrici, pari a 3,5 milioni. Se si assume un’adesione completa, l’importo annuo medio sarà di circa 660 euro per beneficiaria, con un costo complessivo stimato intorno ai 570 milioni di euro. La situazione nel settore sanitario evidenzia che il 9,9% degli individui ha rinunciato a cure mediche nel 2024, principalmente a causa delle lunghe liste d’attesa, un problema in crescita rispetto agli anni precedenti e diffuso su tutto il territorio nazionale.
Analisi economica e sociale: interventi fiscali, crescita economica e accesso alle cure sanitarie
Secondo il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, la proposta di ridurre di due punti percentuali la seconda aliquota Irpef coinvolgerebbe poco più di 14 milioni di contribuenti, con un vantaggio annuo medio di circa 230 euro. Le famiglie interessate da questa misura sarebbero circa 11 milioni, rappresentando il 44% delle famiglie residenti in Italia. Questa riduzione dell’aliquota avrebbe un impatto differenziato, andando principalmente a favore dei nuclei familiari con redditi più elevati, mentre per tutti i gruppi di reddito la variazione rimarrebbe sempre inferiore all’1% del reddito complessivo.
Per quanto riguarda le prospettive di crescita, l’Istat stima un aumento acquisito dello 0,5% per il 2025, basato su una previsione di crescita congiunturale nulla nell’ultimo trimestre dell’anno. La crescita del Pil nel terzo trimestre 2024 si è mantenuta stabile rispetto ai tre mesi precedenti, anche se l’incremento tendenziale si è ridotto allo 0,4%. Diversi settori hanno mostrato dinamiche contrastanti: mentre l’agricoltura e la pesca hanno registrato una crescita, l’industria ha subito una flessione, e i servizi sono rimasti stabili. La domanda interna ha avuto un contributo negativo, compensato in parte dalla componente estera netta, risultando così in un andamento complessivamente stagnante.
È prevista inoltre un’azione mirata al sostegno delle lavoratrici con figli attraverso l’introduzione di un nuovo bonus mensile per le mamme, pari a 60 euro per il 2025, destinato a circa 865 mila beneficiarie, ovvero un quarto delle lavoratrici con figli. Questo intervento comporterebbe un beneficio medio annuo di circa 660 euro per ciascuna lavoratrice, rappresentando un impegno economico totale attorno ai 570 milioni di euro. Il bonus mira a supportare concretamente le famiglie e il lavoro femminile, ampliando le politiche sociali rivolte alla genitorialità e al lavoro.
L’accesso alle cure sanitarie presenta ancora criticità significative: quasi il 10% della popolazione ha dichiarato nel 2024 di aver rinunciato a cure per motivi legati a liste d’attesa prolungate, difficoltà economiche o condizioni logistiche delle strutture sanitarie. Il fenomeno riguarda circa 5,8 milioni di persone, un incremento rispetto all’anno precedente. In particolare, le lunghe attese sono la causa principale, con una crescita costante negli ultimi anni sia nelle aree del Nord, Centro e Mezzogiorno. Questo dato evidenzia l’urgenza di interventi migliorativi nel sistema sanitario per garantire un accesso più tempestivo e agevole alle cure necessarie.
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