La neutralità della rete: un confronto tra speranze e realtà attuale.
La Lotta per la Neutralità della Rete: Un Processo Infinito
La battaglia per la neutralità della rete sembra non avere mai una vera vittoria o sconfitta definitiva. Le normative federali relative alla neutralità della rete sono state altalenanti negli ultimi 15 anni. La Federal Communications Commission (FCC) ha approvato l’Open Internet Order sotto la presidenza di Barack Obama nel 2010, impedendo agli Internet Service Provider (ISP) di bloccare o limitare il traffico internet legittimo, regalando di fatto del potere agli utenti. Questa regola basilare di neutralità della rete è stata poi messa in discussione quando, su richiesta degli ISP, un tribunale ha bloccato alcune delle sue disposizioni. Un nuovo quadro normativo è stato adottato dalla FCC nel 2015, solo per essere abrogato nel 2017 durante la prima amministrazione di Donald Trump. Si pensava ad un possibile ritorno nel 2024, ma la vittoria è durata solo pochi mesi, prima che un altro tribunale la annullasse, portando a un anno difficile per l’internet aperto e la regolamentazione della banda larga in generale.
Il 2024 sembrava promettente per la ripresa della neutralità della rete, ma la FCC sotto Trump ha scelto di rimuovere preventivamente le norme senza dare voce al pubblico. Questa azione faceva parte dell’iniziativa “Delete, Delete, Delete” promossa dal Presidente della FCC, Brendan Carr, il cui obiettivo era quello di eliminare quelle che erano considerate regolazioni “inutili”.
La Visione degli ISP e l’Impatto della Regolamentazione
Gli ISP hanno a lungo descritto le regole sulla neutralità della rete come gravose. Ad esempio, il presidente e CEO di USTelecom, Jonathan Spalter, ha affermato che il voto del 2024 per ripristinare le normative della FCC sarebbe stato un “distrazione normativa controproducente, non necessaria e anti-consumatori”. Matt Wood, vicepresidente delle politiche e consulente legale presso Free Press, afferma invece che gli ISP spesso non subiscono alcun impatto finanziario reale da queste regole, e potrebbero già essere conformi a esse. Durante un’intervista con The Verge, ha dichiarato: “Molte aziende di cavi e telefonia, quando parlano con i propri dirigenti e poi tornano dagli investitori, dicono: ‘Sì, è così che stiamo facendo comunque’.”
Perché preoccuparsi delle regolazioni se gli ISP sono già (teoricamente) conformi? La risposta risiede nella responsabilità e nella trasparenza. Le normative garantiranno che siano gli elettori, e non gli ISP, a stabilire le regole per internet. Senza tali regole, non ci sarebbe nulla che fermasse gli ISP dal modificare le proprie operazioni in futuro.
La spinta anti-regolamentaria della FCC si estende ben oltre la neutralità della rete. Chao Jun Liu, associato legislativo senior presso l’Electronic Frontier Foundation (EFF), ha osservato come la FCC abbia recentemente annullato le normative sulla cybersecurity telecom del periodo Biden. Il gruppo di Carr ha anche eliminato i requisiti per la creazione di “etichette nutrizionali” sui costi della banda larga, affermando che tali informazioni fossero “gravose” per gli ISP.
