Lutto in medicina, si è spento Thomas Starzl il padre dei trapianti

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È morto all’età di 90 anni Thomas Starzl, straordinario innovatore della chirurgia dei trapianti e figura di assoluto rilievo nella storia della medicina del XX secolo.

La famiglia ha comunicato che il decesso è avvenuto nell’abitazione del chirurgo, a Pittsburgh. Con il primo trapianto di fegato, nel 1967, Starzl rivoluzionò le tecniche seguite fino ad allora per questo tipo di interventi. Nel 1991, quando smise di operare, l’Istituto per l’Informazione scientifica lo indicò come lo scienziato più citato nella medicina clinica e annotò che in certi periodi era arrivato a produrre fino a uno studio scientifico alla settimana.

Chiunque, medico o paziente, si sia dovuto confrontare anche solo una volta con una malattia terminale del fegato, si è imbattuto nella figura di Tom Starzl e nella sua pionieristica visione del trapianto di fegato come soluzione al tempo stesso logica e impossibile.

Tom Starzl è stato davvero il primo chirurgo globale, amato e imitato come nessun altro. Nei suoi articoli scientifici, così lontani dal freddo linguaggio per iniziati, o nelle sue affascinanti lezioni in aule strapiene di giovani di ogni età o nella leggendaria sala operatoria n. 6 del Presbyterian Hospital dell’Università di Pittsburgh, intere generazioni di chirurghi si sono formati in tante “notti senza sonno” alimentate di dedizione e coraggio.

Chi ha avuto la fortuna di aiutarlo al tavolo operatorio, pur tremando ad ogni nodo per la paura di sbagliare, sentiva distintamente di far parte di una rivoluzione che avrebbe cambiato tutto.

Importanti furono anche i suoi studi sulla terapia immunosoppressiva e il contributo alle ricerche sulla conservazione degli organi destinati ai trapianti e sul trapianto di più organi (multiviscerale) e delle isole del pancreas. Più controversi furono i tentativi di Starzl sulla fattibilità dei trapianti dagli animali all’uomo.

Anche una volta abbandonato il bisturi, lo scienziato americano era rimasto impegnato nell’insegnamento e nella ricerca nell’università di Pittsburgh, che gli ha pure intestato l’Istituto Trapianti. Un riconoscimento per il fatto che negli anni ’80 il centro medico dell’Università di Pittsburgh (Upmc) divenne un riferimento mondiale per i trapianti con pazienti da ogni angolo del pianeta: nel 1990 vi furono eseguiti 471 trapianti di fegato, più di uno al giorno.

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