Madrid testa un nuovo approccio economico per il rientro orbitale.

Madrid testa un nuovo approccio economico per il rientro orbitale.

Un progetto su misura per il mercato attuale

Questa è la ragione per cui Orbital Paradigm ha scelto di costruire una capsula più piccola, invece di qualcosa di simile alla Dragon di SpaceX, utilizzata per il trasporto di astronauti e carico verso la Stazione Spaziale Internazionale. Cacciatore spiega che “se vuoi trasportare centinaia o migliaia di chilogrammi, allora il tuo cliente non è più il carico, ma la destinazione verso cui voli”.

Il mercato per il rientro orbitale sta diventando sempre più competitivo da entrambe le parti dell’Atlantico. Varda Space Industries ha rappresentato la prima azienda a completare un rientro commerciale nel 2024, mentre The Exploration Company, attiva in Europa, ha raggiunto un rientro controllato con il suo veicolo di prova quest’estate.

Startup americane come Varda e Inversion Space beneficiano di vantaggi unici: il Dipartimento della Difesa e altre agenzie hanno investito milioni nel testing ipersonico e nei dimostrativi di consegna, spesso attraverso finanziamenti non diluitivi come sovvenzioni o contratti che non implicano la cessione di quote aziendali. Cacciatore ammette: “Noi non abbiamo accesso a questo tipo di risorse. Questa è una delle ragioni per cui costruiamo modelli per i clienti fin dall’inizio, perché altrimenti non andiamo da nessuna parte. Siamo un po’ più affamati, quindi dobbiamo essere un po’ più atletici forse.”


Il primo lancio si avvicina rapidamente. Orbital Paradigm eseguirà la sua missione inaugurale in circa tre mesi con un fornitore di lancio non ancora rivelato, trasportando tre carichi dei clienti. La capsula KID non sarà recuperata; l’obiettivo è quello di separarsi dal razzo, trasmettere dati dall’orbita, resistere al calore intenso e alle velocità del rientro ipersonico, e inviare un segnale a casa almeno una volta prima dell’impatto della capsula in un’area non divulgata. Cacciatore sottolinea che “abbiamo progettato il veicolo per non dover atterrare in una posizione specifica”, per ragioni di costo e complessità.

La seconda missione, prevista nel 2026, presenterà una versione ridotta della Kestrel, dotata di un sistema di propulsione e di un paracadute per guidare la capsula verso le Azzorre, dove l’agenzia spaziale portoghese sta sviluppando uno spazioporto. Anche inquesta occasione, non ci sarà una fase orbitale: la capsula decollerà, trascorrerà circa 30 minuti in microgravità e poi tornerà. Tuttavia, a differenza della prima missione, Orbital Paradigm sarà in grado di recuperare il veicolo e i carichi all’interno.

Cacciatore è orgoglioso dei traguardi raggiunti finora dal suo team, ma è consapevole del lungo cammino che resta da percorrere. “Fino a quando non voliamo, non abbiamo fatto molto,” afferma, evidenziando l’importanza delle azioni concrete rispetto alle parole. “Le affermazioni sono belle, ma volare è il test finale.”

Guardando al futuro

Orbital Paradigm rappresenta un esempio delle sfide e delle opportunità che l’industria spaziale sta affrontando al giorno d’oggi. Con una crescente domanda di servizi di rientro e di test in microgravità, aziende come la startup spagnola sono pronte a sfruttare un mercato in espansione. I progressi della tecnologia, uniti alla necessità di soluzioni più accessibili per i clienti, rendono queste iniziative ancora più significative.

Mantenendo un approccio agile e orientato al cliente, Cacciatore e il suo team stanno cercando di posizionarsi in un settore in rapida evoluzione. Grazie alla loro visione e all’adattamento alle necessità del mercato, Orbital Paradigm potrebbe non solo sopravvivere, ma prosperare nel vivace panorama dell’industria spaziale.

Per rimanere aggiornati sulle ultime novità del settore spaziale e su Orbital Paradigm, puoi seguire pubblicazioni specializzate come SpaceNews e TechCrunch.

Fonti ufficiali:

Ormai, il futuro dello spazio non è solo per i grandi nomi ma anche per le startup innovative pronte a cambiare le regole del gioco.

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