Manovra stabile: Pil invariato e consumi in crescita secondo Confindustria

Manovra stabile: Pil invariato e consumi in crescita secondo Confindustria

Manovra stabile: Pil invariato e consumi in crescita secondo Confindustria

Il Governo italiano prevede un calo del deficit al 2,8% nel 2026 e al 2,6% nel 2027, con l’uscita dalla procedura per disavanzi eccessivi già nel 2025. La manovra 2026 da 18 miliardi sarà quasi a saldo zero, concentrandosi su taglio Irpef, sanità, investimenti e politiche familiari, senza impatto sul PIL. Dopo una crescita positiva nel secondo trimestre (+1,6%), la fiducia dei produttori di beni strumentali aumenta, mentre quella nelle costruzioni si attenua. I consumi mostrano miglioramenti, con un aumento del reddito reale delle famiglie e una ripresa della fiducia a settembre, nonostante segnali incerti nell’industria.

Prospettive Economiche per l’Italia: Deficit, Consumi e Produzione nel 2026-2027

ROMA (ITALPRESS) – Il Governo prevede una significativa riduzione del deficit, che scenderà al 2,8% nel 2026 e al 2,6% nel 2027, con l’uscita dall’attuale procedura per disavanzi eccessivi già dal prossimo anno. La manovra economica per il 2026, stimata intorno a 18 miliardi di euro, sarà quasi a saldo nullo e secondo le autorità non influenzerà negativamente il PIL. Gli interventi principali saranno orientati al taglio delle aliquote Irpef, al rafforzamento della sanità, agli investimenti e al sostegno delle politiche familiari.

Gli indicatori relativi al terzo trimestre segnalano una fase generalmente positiva dell’economia, consolidando i risultati del secondo trimestre che aveva registrato una crescita del PIL dell’1,6%. La fiducia dei produttori di beni strumentali è aumentata soprattutto in relazione alle aspettative sugli ordini e sulla produzione, mentre nel settore delle costruzioni la percezione rimane più cauta a causa di giudizi negativi sugli ordini, nonostante un recupero dei piani di investimento. Il calo dei costi del credito continua a favorire una crescita dei prestiti, che ad agosto hanno fatto registrare un aumento annuo dell’1,2%. Anche se la domanda interna mostra segnali di miglioramento, l’attenzione rimane focalizzata sulle dinamiche del mercato del lavoro e dei consumi.

Nel secondo trimestre il reddito reale delle famiglie italiane è cresciuto dello 0,3%, mentre l’aumento del tasso di risparmio al 9,5%, influenzato dall’incertezza economica, ha limitato la spesa. Durante il terzo trimestre, nonostante una battuta d’arresto dell’occupazione e delle vendite al dettaglio ad agosto, i dati trimestrali acquisiti risultano comunque positivi, rispettivamente con una variazione dello 0,1% e dello 0,3%. A settembre la fiducia delle famiglie ha registrato un lieve miglioramento, passando da 96,2 a 96,8, e le vendite di autoveicoli sono tornate a crescere su base annua dello 0,4%.

Le performance del comparto dei servizi nel terzo trimestre sono state contrastanti, mentre permangono incertezze nel settore industriale. In agosto la produzione industriale italiana è diminuita del 2,4%, dopo una modesta crescita dello 0,4% a luglio, determinando una variazione trimestrale negativa dell’1,4%, nonostante i risultati positivi della prima metà dell’anno (+0,3% su base trimestrale). Le analisi sul fatturato indicano una certa volatilità tra luglio e agosto, ma l’indagine più recente segnala un recupero nel mese di settembre. Tale ripresa è supportata dalla stabilizzazione della fiducia delle imprese industriali e da un miglioramento degli ordini, anche se l’indice PMI resta leggermente sotto il livello di espansione, posizionandosi a 49,0.

Prospettive Economiche dell’Italia: Deficit in Calo, Fiducia in Crescita e Nuove Sfide per l’Industria

Il Governo italiano conferma un progressivo calo del deficit pubblico, con un obiettivo fissato al 2,8% nel 2026 e 2,6% nel 2027. Questo andamento positivo permetterà all’Italia di uscire dalla procedura per disavanzi eccessivi già a partire dal prossimo anno. La manovra economica prevista per il 2026, del valore di circa 18 miliardi di euro, sarà strutturata in modo da avere un impatto quasi nullo sul saldo complessivo e, secondo le stime governative, non influenzerà in modo significativo il Pil nazionale. I principali interventi saranno mirati a tagliare le aliquote Irpef, migliorare il settore sanitario, potenziare gli investimenti e sostenere le politiche familiari.

Nel mese di settembre si registra un aumento della fiducia tra i produttori di beni strumentali, con aspettative positive soprattutto riguardo agli ordini e alla produzione futura. Il settore delle costruzioni mostra segnali contrastanti: mentre la fiducia si riduce a causa di giudizi meno favorevoli sugli ordini, i piani di costruzione tornano a mostrare segnali di ripresa. Il calo del costo del credito contribuisce a sostenere la crescita dei prestiti, che ad agosto sono aumentati dell’1,2% su base annua. Anche i consumi mostrano segni di miglioramento, confermando un quadro macroeconomico più stabile rispetto ai mesi precedenti.

Per quanto riguarda il secondo trimestre dell’anno, il reddito reale totale delle famiglie italiane è cresciuto dello 0,3%, ma un aumento del tasso di risparmio al 9,5%, in parte dovuto all’incertezza economica, ha limitato la crescita della spesa. Nel terzo trimestre si osservano segnali più positivi: anche se l’occupazione ha subito una pausa ad agosto, così come le vendite al dettaglio, entrambe mostrano variazioni positive nel trimestre. La fiducia delle famiglie è aumentata lievemente a settembre, mentre le vendite di autoveicoli hanno registrato una ripresa su base annua, crescendo dello 0,4%.

Le performance degli indicatori relativi ai servizi nel terzo trimestre risultano eterogenee e rimangono alcune incertezze per il comparto industriale. In agosto la produzione industriale italiana è diminuita del 2,4%, dopo il modesto aumento dello 0,4% di luglio, con una variazione trimestrale negativa dell’1,4%. Nel primo semestre dell’anno, invece, la produzione aveva mostrato dati positivi. L’analisi del fatturato e le indagini condotte a settembre segnalano un possibile recupero, supportato dalla stabilizzazione della fiducia delle imprese industriali e da ordini meno negativi. La rilevazione PMI, pur essendo leggermente sotto la soglia di 50, indica una situazione ancora delicata, ma non lontana dalla fase di ripresa.

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