Martin Shkreli rischia di essere citato in giudizio per aver copiato il disco unico dei Wu-Tang.
L’origine della disputa legale
Nel mese di agosto, Shkreli è stato costretto a consegnare qualsiasi copia di “Once Upon a Time in Shaolin” dopo che PleasrDAO, un collettivo di arte crittografica, lo ha citato in giudizio per la cattiva gestione delle copie dell’album e per averne diminuito il valore. Il gruppo ha addirittura affermato che Shkreli avesse intenzione di rilasciare le sue copie dell’album, che PleasrDAO aveva acquistato per circa 4 milioni di dollari in un’asta governativa.
Secondo gli atti presentati da PleasrDAO, Shkreli ha ammesso, durante alcune dirette streaming, di aver fatto copie dell’album e lo ha accusato di condividerlo con i suoi follower. Il suo comportamento provocatorio sembra non essersi attenuato nemmeno dopo le recenti complicazioni legali; in effetti, è stato riferito che avrebbe preso in giro un membro del DAO, commentando una foto dell’album con “LOL ho i mp3, idiota”.
Implicazioni per il futuro di Shkreli
Questo caso non rappresenta solo una questione legale per Martin Shkreli, ma pone interrogativi più ampi regarding il valore e la protezione delle opere musicali. Se la Corte si pronuncerà a favore di PleasrDAO, questo potrebbe stabilire un precedente significativo in termini di diritti e responsabilità nel panorama musicale contemporaneo.
La vicenda di Shkreli sottolinea anche come le strategie aziendali e comportamentali possano influenzare la percezione pubblica e il valore di un’opera d’arte. Il suo approccio spesso provocatorio ha contribuito a costruire la sua immagine, trasformandolo in uno dei personaggi più controversi nella storia recente della musica e dell’industria farmaceutica.
