Mattarella: Urgente sostegno contro violenze su donne e minori, una crisi da affrontare.

La riforma del diritto di famiglia del 1975 ha rappresentato un cambiamento cruciale in Italia, rendendo operativi i principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione. Questa legge ha modificato il Codice civile, garantendo parità tra coniugi e rimuovendo discriminazioni nei confronti dei figli. Ha elevato l’età per il matrimonio, abolito la potestà maritale e riconosciuto diritti patrimoniali e successori per donne e figli naturali. Il presidente Mattarella sottolinea che, sebbene la riforma abbia fatto dell’Italia un Paese più giusto, persistono violenze e abusi familiari. È essenziale promuovere comportamenti rispettosi dei diritti, specialmente verso i più vulnerabili.
Riforma del Diritto di Famiglia: Un Passo Verso l’Uguaglianza
ROMA (ITALPRESS) – La riforma del diritto di famiglia ha rappresentato un momento cruciale per l’applicazione dei principi costituzionali, in particolare quelli contenuti negli articoli 29 e 30 della nostra Costituzione. Il legislatore ha rielaborato parti significative del Codice civile, apportando cambiamenti sostanziali nei rapporti familiari: è stata riconosciuta la parità tra coniugi e sono state eliminate le discriminazioni nei confronti dei figli. Questo nuovo approccio ha dato vita a un modello di famiglia fondato sulla parità di condizioni tra marito e moglie, così come sulla libertà di scelta nella gestione del matrimonio.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha messo in luce come la riforma avesse come obiettivo principale quello di garantire una reale uguaglianza di responsabilità tra i coniugi. Tra le misure adottate, l’innalzamento dell’età per contrarre matrimonio e l’abolizione della ‘potestà maritale’ sulla moglie e della ‘patria potestà’ esclusiva sui figli sono importanti segni di progresso. Su questo fronte, è stato eliminato ogni aspetto che favorisse la supremazia del marito sulla moglie e sui figli.
Il cambiamento si è esteso anche ai rapporti patrimoniali, con la comunione dei beni che ha messo in risalto il contributo femminile all’interno della famiglia. Allo stesso modo, la riforma ha modificato le norme successorie, riconoscendo i diritti della moglie e dei figli naturali. Grazie a un ampio consenso parlamentare, questa importante riforma ha reso l’Italia un Paese più giusto e libero, dando pari dignità a uomini e donne.
Nonostante i passi avanti, rimangono gravi problematiche come la violenza contro le donne, spesso dentro il nucleo familiare, e gli abusi sui minori. È fondamentale che le istituzioni offrano sostegno ai contesti familiari vulnerabili, promuovendo una cultura che rispetti i diritti e la dignità di tutte le persone, in particolare dei più fragili. Solo così si potrà rafforzare la coesione sociale.
-Foto: Quirinale-
(ITALPRESS).
Riforma del Diritto di Famiglia: Un Traguardo di Uguaglianza e Dignità
ROMA (ITALPRESS) – La riforma del diritto di famiglia rappresentò un passaggio cruciale nell’attuazione dei principi costituzionali, in particolare quelli enunciati negli articoli 29 e 30 della nostra Costituzione. Questa legge portò a significative modifiche del Codice civile, segnando un cambiamento radicale nei rapporti familiari. Il legislatore, operando in nome dell’uguaglianza, riconobbe parità assoluta tra coniugi e abolì le discriminazioni nei confronti dei figli. Si delineò così un modello di famiglia fondato su una condizione di pari dignità tra marito e moglie, oltre alla libertà dei coniugi nella gestione del loro vincolo matrimoniale.
In questo contesto, fu anche elevata l’età minima per contrarre matrimonio e venne abolita la ‘potestà maritale’ sulla moglie e la ‘patria potestà’ esclusiva sui figli. Queste modifiche eliminarono ogni forma di predominio del marito sui suoi familiari. Le osservazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 50° anniversario della legge 151/75, evidenziano l’impatto positivo di tali misure, sottolineando come esse fossero dirette a rendere effettiva la responsabilità condivisa tra i coniugi, intervenendo anche sui rapporti patrimoniali all’interno della famiglia.
Un ulteriore passo avanti avvenne con l’introduzione della comunione dei beni come regime ordinario, il che valorizzò il contributo delle donne all’interno della famiglia e garantì la protezione del lavoro prestato da mogli e figli nell’ambito dell’impresa familiare. Inoltre, furono modificati i diritti successori, conferendo maggiori garanzie alla moglie e ai figli naturali. Queste innovazioni, approvate con ampio consenso parlamentare, hanno reso l’Italia un Paese più giusto, riconoscendo pari dignità tra uomini e donne.
Nonostante questi progressi, persistono situazioni preoccupanti come le violenze contro le donne, spesso perpetrate all’interno delle famiglie, e gli abusi sui minori. È fondamentale che le istituzioni forniscano un sostegno adeguato alle famiglie in difficoltà e promuovano una cultura del rispetto verso i diritti fondamentali, in particolare per i soggetti più vulnerabili. Rafforzare la coesione sociale è dunque fondamentale per affrontare queste problematiche e garantire una convivenza più equa e dignitosa per tutti.
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