Meloni: “Non votare è un diritto, opposta a ridurre i tempi per la cittadinanza”

Meloni: “Non votare è un diritto, opposta a ridurre i tempi per la cittadinanza”

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Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, esprime la sua posizione sui referendum, affermando di andare al seggio senza ritirare la scheda per rispetto verso le urne, ma criticando i contenuti delle consultazioni. Sottolinea l’importanza dell’astensione come diritto per tutti, non solo per gli elettori di sinistra. Riguardo alla cittadinanza, Meloni si oppone alla proposta di dimezzare i tempi di concessione, sottolineando l’importanza di un iter burocratico efficace. Critica, infine, la spesa di 400 milioni per il referendum, suggerendo che il dibattito rispecchia problemi interni alla sinistra.

Giorgia Meloni sulla polemica dei referendum e la cittadinanza

ROMA (ITALPRESS) – Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha espresso la sua posizione riguardo ai referendum, affermando di aspettarsi polemiche su qualsiasi argomento. Ha annunciato che parteciperà al seggio senza ritirare la scheda per sottolineare il suo rispetto verso il voto, pur non condividendo i contenuti dei referendum proposti. Secondo Meloni, l’astensione rappresenta un diritto di tutti, non solo dei lavoratori di sinistra, e ha ricordato come, nella storia della Repubblica, ogni partito abbia avviato campagne per l’astensione ai referendum.

La premier ha aggiunto che, se i temi proposti fossero stati così cruciali, la sinistra avrebbe potuto modificarli in Parlamento, anziché spendere 400 milioni di euro per un referendum. Questa situazione, a suo avviso, evidenzia più un conflitto interno alla sinistra piuttosto che un reale confronto democratico. Meloni ha osservato come si stia alimentando una campagna contro la legittimità dell’astensione, non affrontando le questioni interne al partito di sinistra.

Sulla questione della cittadinanza, Meloni ha ribadito la sua opposizione alla proposta di ridurre i tempi per ottenerla. Secondo lei, la legge italiana è già molto favorevole, posizionando il nostro Paese tra quelli dell’Unione Europea che offrono il maggior numero di cittadinanze. È importante, ha aggiunto, lavorare per velocizzare l’iter burocratico, ma non intende sostenere un referendum che prevede una concessione della cittadinanza dopo soli cinque anni, ritenendo che le attuali normative siano già adeguate.

In questo contesto, la premier ha affermato chiaramente la necessità di rispettare il diritto di astensione e di valutare con attenzione le questioni legislative riguardanti la cittadinanza. La sua posizione mira a incoraggiare un dibattito più ampio e articolato sulle tematiche che riguardano la nostra società.

Meloni sui Referendum: Riflessioni e Posizioni

ROMA (ITALPRESS) – Giorgia Meloni ha espresso la sua opinione sulla prossima tornata referendaria, sottolineando che si aspetta polemiche su qualsiasi scelta faccia. Ha dichiarato di recarsi al seggio elettorale per segnare un gesto di rispetto nei confronti delle urne, ma di non ritirare la scheda perché non condivide i contenuti dei referendum proposti. Secondo Meloni, l’astensione è un diritto legittimo per tutti, non solo per chi è schierato politicamente a sinistra. Nella storia della Repubblica, vari partiti hanno fatto campagne per l’astensione, evidenziando quindi che i diritti vanno garantiti a tutti i cittadini.

La premier ha poi criticato la sinistra, sostenendo che se le questioni referendarie fossero state realmente rilevanti, avrebbero potuto essere modificate in Parlamento piuttosto che sprecare 400 milioni di euro per il referendum. Meloni ha osservato che la campagna contro chi sceglie l’astensione sembra più un problema interno della sinistra stessa, piuttosto che una vera e propria questione di importanza nazionale.

Un altro punto forte delle sue dichiarazioni riguarda la questione della cittadinanza. Meloni ha manifestato una netta contrarietà alla proposta di ridurre i tempi per la concessione della cittadinanza, definendo la legge italiana al riguardo come già molto aperta e favorevole. Ha evidenziato che l’Italia è tra i paesi europei che concedono il maggior numero di cittadinanze e ha ribadito che accelerare il processo burocratico è una questione su cui si sta lavorando.

Infine, la premier si è opposta con fermezza all’idea di un referendum che intenda ridurre i tempi di concessione della cittadinanza a soli cinque anni, affermando che tale proposta non è nel suo interesse e non risponde alle necessità del paese. La sua posizione appare chiara e determinata, rivolta sia ai cittadini che ai membri della sua coalizione.

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