Microsoft chiude un edificio dopo l’ingresso dei manifestanti nell’ufficio del presidente.
Il ruolo di Microsoft e il governo israeliano
Una recente inchiesta condotta da The Guardian, in collaborazione con +972 Magazine e Local Call, ha svelato che il governo di Israele si affida ai servizi cloud di Microsoft per memorizzare registrazioni e dati di “fino a un milione di chiamate all’ora” effettuate da palestinesi. Questi dettagli estremamente preoccupanti hanno ulteriormente alimentato le critiche nei confronti dell’azienda.
La protesta che si è svolta all’interno degli uffici di Microsoft evidenzia una crescente insoddisfazione tra i dipendenti riguardo alle scelte aziendali. L’attività di “No Azure for Apartheid” ha messo in luce le contraddizioni tra le operazioni commerciali dell’azienda e le questioni legate ai diritti umani. È evidente che molti dipendenti non vogliono essere complici di azioni controverse che coinvolgono un conflitto così delicato.
Microsoft non ha fornito commenti ufficiali in merito a questa ultima protesta, nonostante le richieste per un riscontro. La situazione continua a svilupparsi e rimane da vedere come l’azienda affronterà le crescenti tensioni interne e le pressioni esterne nei prossimi giorni. La risposta dell’azienda potrebbe rivelarsi cruciale non solo per i suoi dipendenti ma anche per le migliaia di clienti a livello globale che continuano a utilizzare i suoi servizi.
