Il quotidiano partenopeo “Il Mattino” ha intervistato il difensore napoletano Koulibaly. Il centrale senegalese ha parlato sia della sua vita privata che della situazione attuale in Serie A: “Mio papà, operaio, e mia madre, cameriera, sono andati via dall’Africa per ragioni di lavoro, ma io ho sempre vissuto a contatto con persone del Senegal, sono cresciuto con una doppia cultura”.
Koulibaly racconta: “A casa parlavo la lingua madre, con gli amici pure. Con loro ho cominciato a giocare al calcio. Dicevano che ero forte. Stavo sempre con quelli più grandi. A 10-12 anni, ho cominciato a capire che forse potevo fare il calciatore e ci ho provato. Ed eccomi qui. Il primo anno a Napoli? Venivo dal Belgio, calato nel calcio italiano completamente diverso. Benitez mi ha aiutato, Sarri mi ha riscoperto”.
Sarri ha qualcosa di diverso, secondo Koulibaly: “Vede cose che altri non vedono. Ti fa capire quanto nel calcio nulla deve essere imprevedibile. È uno studioso. Qualsiasi domanda tu gli faccia, lui ha sempre una risposta. E ti fa pensare come componente di una squadra e non come singolo. Proprio oggi mi ha fatto vedere un video con dei miei errori, così mi aiuta a migliorare. Quando è arrivato mi ha detto: ‘Se fai come ti dico io diventerai un grandissimo’. E io ci sto provando, ma so che posso ancora migliorare. Con Sarri il calcio è matematica”.
Scudetto? “Certo, ci si deve credere, ma non ci si deve pensare. Ciò che conta è battere la Roma adesso”.
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