Occupazione cresce, prezzi rallentano: spesa famiglie resta ferma senza ripresa reale

Occupazione cresce, prezzi rallentano: spesa famiglie resta ferma senza ripresa reale

Occupazione cresce, prezzi rallentano: spesa famiglie resta ferma senza ripresa reale

L’analisi Confesercenti-CER sul terzo trimestre 2025 mostra un’Italia con occupazione in crescita (+0,9% su base annua) e inflazione in calo all’1,6%, sotto l’obiettivo BCE. Il PIL torna a crescere dello 0,1% trimestrale e dello 0,5% annuo, ma la spesa delle famiglie rallenta significativamente, con un aumento reale previsto solo dello 0,5% per il 2025. Questo rallentamento si riflette nel commercio al dettaglio, che registra una diminuzione dei volumi venduti, mentre il clima di fiducia mostra lievi miglioramenti. Secondo Confesercenti, senza interventi più incisivi per sostenere il potere d’acquisto, la crescita interna rischia di indebolirsi.

Economia italiana 2025: crescita moderata, consumi frenati e sfide future

ROMA (ITALPRESS) – L’analisi e le proiezioni Confesercenti-CER sul terzo trimestre 2025 delineano un quadro economico italiano caratterizzato da una crescita dell’occupazione e un rallentamento dei prezzi, mentre la spesa delle famiglie mostra segni di rallentamento, con un incremento previsto per l’intero anno di soli 5,6 miliardi di euro, pari a un più 0,5% in termini reali. Il mercato del lavoro dà segnali positivi, con un aumento degli occupati dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dato che rappresenta il migliore dall’inizio del 2025, nonostante una perdita di quasi 60mila posti registrata ad agosto.

L’inflazione diminuisce raggiungendo l’1,6%, un livello leggermente inferiore rispetto al trimestre precedente e al di sotto dell’obiettivo stabilito dalla BCE. Il prodotto interno lordo recupera dopo la flessione primaverile, segnando una crescita dello 0,1% sul trimestre precedente e dello 0,5% su base annua, sebbene questi incrementi siano inferiori rispetto ai risultati del primo trimestre del 2025. Nonostante questi segnali positivi, il comportamento delle famiglie appare più cautelativo: i consumi nel terzo trimestre 2025 aumentano solo dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti e dello 0,6% rispetto all’anno scorso.

La domanda di consumi ha mostrato una frenata rispetto al 2024, evidenziata da un aumento acquisito della spesa dello 0,3% nei primi nove mesi del 2025, rispetto all’1,3% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente. Con un incremento complessivo previsto dello 0,5% entro la fine dell’anno, pari a circa 5,6 miliardi di euro a prezzi costanti, questo rallentamento si riflette anche nel commercio al dettaglio, dove il volume delle vendite cala dello 0,4% nel terzo trimestre dopo una serie di riduzioni precedenti.

Il clima di fiducia mostra segnali timidi di miglioramento: l’indice delle famiglie sale da 95,9 a 96,5 punti, mentre quello delle imprese del commercio passa da 103,1 a 103,7, pur mantenendosi sotto i livelli del primo trimestre 2025. Secondo Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti, il 2026 si prospetta un anno di sfide complesse, con l’impatto dei dazi e la fine del sostegno del PNRR sugli investimenti. La spesa delle famiglie sarà cruciale per sostenere la domanda interna e la crescita economica, ma un aumento dei consumi dell’1,2% come auspicato nel Documento di Programmazione e di Bilancio potrebbe risultare difficile senza misure più incisive per rafforzare il potere d’acquisto e stimolare la ripresa. Gli interventi fiscali annunciati non sembrano al momento sufficienti per generare impatti espansivi significativi sui consumi.

Economia Italiana 2025: Crescita Lenta Trainata da Occupazione e Prezzi Stabili

ROMA (ITALPRESS) – L’occupazione in Italia continua a crescere e l’inflazione rallenta, ma la spesa delle famiglie fatica a prendere slancio. Le previsioni per il 2025 indicano un aumento reale della spesa pari a +0,5%, ovvero un incremento di circa 5,6 miliardi di euro. Questa analisi è il risultato delle proiezioni Confesercenti-CER elaborate sulla situazione economica italiana relativa al terzo trimestre 2025.

Il mercato del lavoro presenta segnali positivi: il numero di occupati nel trimestre è cresciuto dello 0,9% su base annua, il miglior dato dall’inizio dell’anno. Nonostante ciò, ad agosto si è verificata una perdita di quasi 60mila posti di lavoro. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione ha registrato un calo, attestandosi all’1,6%, un livello leggermente inferiore rispetto al trimestre precedente e sotto l’obiettivo fissato dalla BCE. Anche il Prodotto Interno Lordo ha mostrato una lieve ripresa, con una crescita dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% sull’anno, sebbene inferiore ai ritmi dei primi mesi del 2025.

Le dinamiche di consumo delle famiglie non rispecchiano appieno la stabilità del lavoro e dei prezzi: i consumi nel terzo trimestre mostrano una crescita contenuta, dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti e del 0,6% su base annua. La domanda non ha mantenuto l’andamento vivace del 2024 e, nei primi nove mesi del 2025, l’aumento acquisito della spesa è stato solo dello 0,3%, rispetto all’1,3% dello stesso periodo dell’anno precedente. Gli effetti di questa stagnazione si riflettono sul commercio al dettaglio, con una contrazione delle vendite dello 0,4% nel terzo trimestre, confermando una fase di difficoltà.

Il clima di fiducia manifesta lievi miglioramenti, sia tra le famiglie, passate da 95,9 a 96,5 punti, sia tra le imprese del commercio, che registrano un incremento da 103,1 a 103,7 punti, pur rimanendo inferiori rispetto ai livelli del primo trimestre. Secondo Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti, l’economia italiana procede con cautela: la stabilità in termini di lavoro e prezzi non è ancora sufficiente a stimolare consumi e vendite. Le sfide del 2026 saranno legate all’impatto dei dazi e alla fine del PNRR, che ha finora sostenuto gli investimenti. Per favorire la crescita interna servirà una maggiore attenzione alla spesa delle famiglie e politiche più incisive per sostenere il loro potere d’acquisto, poiché l’intervento fiscale previsto dal Governo potrebbe non bastare a rilanciare la domanda interna.

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