Omicidio Rostagno: confermato ergastolo al boss, assolto il killer

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Omicidio Rostagno. La Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha confermato la condanna all’ergastolo, emessa in primo grado, per il boss Vincenzo Virga, accusato dell’omicidio del giornalista Mauro Rostagno, avvenuto il 26 settembre del 1988.

Omicidio Rostagno, la sentenza

I giudici di secondo grado, però, hanno parzialmente riformato il verdetto. È stato assolto, per non aver commesso il fatto, Vito Michele Mazara, indicato come esecutore materiale del delitto. L’uomo, in primo grado, aveva avuto la condanna all’ergastolo. Non sono stati ritenuti sufficienti gli indizi a carico del presunto killer, ex capomafia di Valderice. Contro di lui, era stato prodotto il risultato dell’esame del Dna trovato sui resti del fucile usato per il delitto. Le argomentazioni della difesa si sono concentrate sulla perizia genetica. Gli avvocati sostenevano che i reperti estratti non fossero sufficienti ad arrivare a conclusioni certe.

Omicidio Rostagno, confermato il delitto “di mafia”

Regge, dunque, il movente mafioso, come si evince dalla condanna del boss, Vincenzo Virga, che all’epoca era “rappresentante” provinciale di Cosa nostra trapanese. “Le sentenze si rispettano, ma quando vedi che dopo 30 anni si stenta ad ottenere piena verità e giustizia resta l’amaro in bocca”, ha commentato il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Giulio Francese. “C’è comunque una certezza: a uccidere Mauro Rostagno è stata la mafia perché l’impianto accusatorio è stato confermato, ma ancora non sappiamo chi lo ha assassinato” conclude.

Omicidio Rostagno, la sorella: “Una sentenza illogica”

In aula, erano presenti anche la sorella e la figlia di Mauro Rostagno. “Una sentenza illogica” ha detto la sorella, Carla. La figlia, Maddalena Rostagno, invece, è rimasta in silenzio. Il difensore di parte civile, l’avvocato Carmelo Miceli, ha detto: “C’è da attendere il deposito delle motivazioni per capire. Certo è che c’è un giudizio di appello che conferma come ad uccidere Rostagno è stata la mafia e la mafia più pericolosa”.

Omicidio Rostagno

Con i suoi servizi, secondo l’accusa, Mauro Rostagno avrebbe “svelato il volto nuovo della mafia in città”. Il giornalista ha trattato temi come il passaggio da organizzazione tradizionale a struttura moderna e dinamica, gli intrecci con i poteri occulti, le nuove alleanze, il controllo del grande giro degli appalti. Per anni, gli investigatori hanno sottovalutato il contesto mafioso in cui era maturato il delitto e hanno seguito storie private, contrasti interni alla comunità Saman, fondata dal sociologo, e faide tra ex militanti di Lotta Continua, movimento a cui Rostagno apparteneva.

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