OpenAI respinge responsabilità per il suicidio di un adolescente, parla di ‘uso improprio’ di ChatGPT.

OpenAI respinge responsabilità per il suicidio di un adolescente, parla di ‘uso improprio’ di ChatGPT.

OpenAI respinge responsabilità per il suicidio di un adolescente, parla di ‘uso improprio’ di ChatGPT.

Risposta di OpenAI alla famiglia di Adam Raine

OpenAI ha risposto alla causa intentata dalla famiglia di Adam Raine, un ragazzo di 16 anni che ha tragicamente preso la sua vita dopo mesi di conversazioni con ChatGPT. Secondo OpenAI, le lesioni registrate in questo “evento tragico” sono il risultato di “uso improprio, uso non autorizzato, uso non previsto e/o uso inadeguato di ChatGPT”. Come riportato da NBC News, OpenAI ha fatto riferimento ai propri termini d’uso che vietano l’accesso ai minorenni senza il consenso di un genitore o tutore, il superamento delle misure protettive e l’uso di ChatGPT per il suicidio o l’autolesionismo. L’azienda sostiene che le accuse della famiglia siano bloccate dalla Sezione 230 del Communications Decency Act, che offre protezione alle piattaforme online riguardo ai contenuti generati dagli utenti.

Chiarimenti sulle dichiarazioni di OpenAI

In un post sul blog pubblicato martedì, OpenAI ha sottolineato che “esporrà rispettosamente le proprie argomentazioni in modo consapevole delle complessità e delle sfumature delle situazioni coinvolgenti persone reali e vite reali… Essendo noi una parte in causa, siamo tenuti a rispondere alle accuse specifiche e gravi contenute nella richiesta.” OpenAI ha inoltre indicato che il reclamo originale della famiglia comprendeva parti delle chat che “richiedono ulteriore contesto”, il quale è stato presentato al tribunale in forma riservata.

Secondo le informazioni fornite da NBC News e Bloomberg, il documento presentato da OpenAI afferma che il chatbot ha indirizzato Raine a cercare aiuto da risorse come le linee di emergenza per il suicidio più di cento volte. L’azienda afferma che “una lettura completa della cronologia delle chat dimostra che la sua morte, sebbene devastante, non è stata causata da ChatGPT.” La causa intentata dalla famiglia, depositata ad agosto presso il tribunale superiore della California, sostiene che la tragedia sia stata il risultato di “scelte di design deliberate” da parte di OpenAI in fase di lancio di GPT-4o, il quale ha contribuito anche ad un incremento della valutazione dell’azienda da 86 miliardi a 300 miliardi di dollari. Durante udienze al Senato a settembre, il padre di Raine ha dichiarato che “quello che era iniziato come un aiuto per i compiti si è gradualmente trasformato in un confidente e poi in un allenatore al suicidio.”


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *