Operazione Tempesta: a 30 anni dalla verità, ancora incertezze e misteri irrisolti.
La Parata Militare in Croazia: Celebrazioni del Giorno della Vittoria
Un Giorno di Ricordo e Riflessione
Il 5 agosto segna una data significativa in Croazia, celebrando il Giorno della Vittoria e della Gratitudine verso la Patria, nonché dedicato ai veterani di guerra. La commemorazione presenta una doppia faccia, venendo coincisa con il Giorno del Ricordo in Serbia e nella Repubblica Srpska, in memoria delle vittime dell’operazione militare Tempesta. A 30 anni di distanza, il ricordo di questa operazione, avvenuta nel 1995, continua a suscitare dibattiti accesi e divisioni storiche.
L’operazione Tempesta portò all’espulsione di circa 220.000 serbi, mettendo in luce i traumi e le tensioni che ancora permeano le relazioni tra Croazia e Serbia. Gli storici non sono riusciti a stabilire un numero condiviso di vittime, con le stime che variano da 217 a 1.852, a seconda delle fonti consultate, fra cui la Procura di Stato croata e la ONG Veritas.
La Commemorazione e le Polemiche
Il 31 luglio, la Croazia ha anticipato i festeggiamenti con una parata militare a Zagabria che ha coinvolto circa 3.400 tra militari e veterani. Mentre i croati celebravano, la Serbia ricordava le proprie vittime a Sremski Karlovci, un evento che ha visto la presenza di alcuni leader politici. Quest’anno, le celebrazioni croate hanno destato sputi di polemica, sia per le manifestazioni filonaziste associate al concerto di Marko Perkovic, conosciuto come “Thompson”, sia per le dichiarazioni di alcuni politici serbi. Questi eventi hanno posto in evidenza la persistenza di una narrativa di odio che caratterizza il dibattito pubblico.
In risposta alle celebrazioni in Croazia, il Ministero degli Esteri serbo ha invitato i cittadini a evitare viaggi verso la Croazia, richiamando l’attenzione su potenziali rischi. La controreplica del governo croato ha sostenuto che l’allerta servisse più a scopi politici interni che a questioni di sicurezza.
La Sentenza di Assoluzione
Un aspetto centrale della controversia riguarda le condanne e le assoluzioni dei generali coinvolti nell’operazione Tempesta. Ante Gotovina e Mladen Markac furono condannati inizialmente per crimini di guerra, ma la sentenza venne ribaltata nel 2012, suscitando shock e incredulità. Carla Del Ponte, ex procuratore dell’Aja, espresse la sua sorpresa per il risultato, ritenendolo non in linea con la verità storica. Questa vicenda mette in evidenza l’eterna lotta per la giustizia e la verità in una regione ancora segnata da traumi profondi.
Le Conseguenze per le Relazioni Regionali
Le celebrazioni del Giorno della Vittoria non sono un evento isolato, ma rappresentano il punto culminante di anni di tensioni etniche e politiche. Le relazioni tra Croazia e Serbia rimangono tese, complicate da narrazioni storiche divergenti e da un’eredità di conflitti passati. Il ministro serbo Milorad Pupovac ha espresso preoccupazione per il crescente nazionalismo in Croazia, avvertendo che i discorsi d’odio verso i serbi sono diventati parte della norma.
Inoltre, l’uso del cirillico, simbolo della cultura serba, è stato al centro di conflitti anche recenti. Vukovar, storicamente un punto di riferimento per la comunità serba, ha abolito l’uso dell’alfabeto cirillico nei documenti ufficiali, evidenziando la fragilità della riconciliazione.
La Ricerca della Verità
Oggi, cinquanta anni dopo il conflitto, organizzazioni per i diritti umani continuano a fare pressione per una piena consapevolezza e riconoscimento dei crimini avvenuti durante l’operazione Tempesta. Le parole dei manifestanti, che hanno chiesto una raccolta sistematica di dati sui crimini di guerra, si fanno sempre più forti e richieste di verità e giustizia si fanno sentire.
“Chiediamo una raccolta sistematica, la verifica e l’unificazione di tutti i dati per stabilire fatti accessibili all’opinione pubblica”, scrivono in un comunicato congiunto. Nonostante i decenni trascorsi, un lavoro ancora da svolgere è quello di ricomporre una verità comune, essenziale per la stabilità e la coesione regionale.
Un approccio consapevole delle esperienze collettive, unito a un impegno per la giustizia, potrebbe eventualmente contribuire alla riconciliazione tra le diverse comunità balcaniche, nel tentativo di costruire un futuro più pacifico.
Fonti:
- Ministero degli Affari Esteri Croato
- Comitato di Helsinki
- Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia
- Human Rights Watch
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