Qatar 2022, sará una questione tra Brasile e Francia?

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Carioca sul tetto del mondo da sempre, con cinque titoli vinti tra il 1958 e il 2002: tre Coppe Rimet e due Coppe del Mondo FIFA. Transalpini staccati con due titoli in bacheca, frutto dei traguardi conquistati in casa nel ‘98 e in Russia nel 2018. Francia e Brasile se la giocano al Mondiale in Qatar 2022 in veste di grandi favorite per allungare il passo o accorciare le distanze. A dar fastidio spuntano le altre big del panorama calcistico europeo e sudamericano: Argentina, Belgio, Inghilterra e Germania. I portali di betting e le relative quote sulla vincente Mondiali non hanno dubbi ad assegnare ad una delle due nazionali la vittoria finale del titolo. Verdeoro e galletti sono le squadre favorite su tutte, secondo i pronostici: distanziate in media tra di loro di 2.5 e 1.5 frazioni di quota percentuale. In termini probabilistici, ma comunque distanti, troviamo poi in ordine Inghilterra, Argentina, Spagna, Germania e Belgio. Nel complesso UEFA batte Conmebol cinque a due con il predominio delle squadre europee favorite, sebbene il vertice della top six resti sudamericano.

 

Il Brasile non teme confronti, almeno sulla carta. Serbia, Svizzera e Camerun non dovrebbero impensierire l’avvio mondiale della Seleção guidata da Tite, forse in partenza con la fine del torneo in Qatar. Neymar, Vinicius Junior, Thiago Silva, Alisson, Marquinhos, Casemiro, Fabinho, Rodrigo, Raphinha e Gabriel Jesus sono solo alcune delle stelle verdeoro che puntano a vincere il sesto mondiale della storia. Intanto, anche per Neymar potrebbe trattarsi dell’ultima apparizione mondiale: un motivo in più che spinge il Brasile a incrementare il bottino in bacheca. Seleção favoritissima.

 

La Francia è pronta a volare in Qatar con il solito orgoglio transalpino. Fresco di Pallone d’oro, Karim Benzema è adesso uno dei più attesi nella corazzata di Deschamps fatta da altri mostri del calcio europeo e mondiale come Mbappè, Griezmann, Giroud, Camavinga, Tchouameni, Koundè, Saliba, Dembelè e Mendy. Ma se Karim arriva in Medio Oriente con il morale a mille, Kilian, stella indiscutibile del PSG dal valore di 160 milioni, potrebbe essere distratto dal suo futuro incerto e dalla presunta competizione con il compagno di reparto incoronato dalla France Football (la reazione di Mbappè, del resto, è già diventata virale). Ai galletti è vietato abbassare la guardia. 

I leoni d’Inghilterra appena retrocessi in Lega 2 della Nations League, sono obbligati a crederci più di prima, memore della clamorosa sconfitta casalinga a Wembley ad opera di Mancini & co. che lascia ancora strascichi in patria. Alla squadra di Southgate non mancano le stelle: Harry Kane, Phil Foden, Sterling, Grealish, Mount, Tomori, Abraham e Rashford sono i top player d’Inghilterra che si conferma sicuramente competitiva ma troppo spesso inconcludente. Il girone sorride agli inglesi, in condominio con Iran, Stati Uniti e Galles. Passaggio di turno probabilmente assicurato. Futuro incerto, come al solito.

Argentina. Attualmente la nazionale albiceleste è campione nell’emisfero sud del mondo grazie alla vittoria della Copa America 2021, oltre ad essere detentrice della finalissima UEFA-Conmbebol vinta a Wembley contro gli Azzurri. La formazione di Lionel Sebastián Scaloni punta sul solito Messi assistito da molti top player della Serie A: Paredes, De Paul, Lautaro Martinez, Correa, Di Maria e forse Dybala (presenza fortemente in dubbio dopo l’infortunio dagli undici metri contro il Lecce). Con due titoli mondiali vinti nel ‘78 e nell’86’ l’albiceleste punta al terzo, ma le quotazioni dei bookmakers non sono delle migliori. Vittoria plausibile ma per nulla scontata.

Si dice che la Germania non muoia mai, e anche stavolta i tedeschi proveranno a insidiare il primo posto alle grandi o quanto meno ad ottenere il classico, buon piazzamento come da tradizione. Girone di ferro in condivisione con le furie rosse. I tedeschi rischiano di arrivare secondi ma non dovrebbero temere Costarica e Giappone. Tra i panzer di Flick da tenere d’occhio una batteria di atleti fatta di esperienza e giovane spregiudicatezza: Neuer e Muller sono i veterani ai quali si aggiungono i vari Kimmich, Gundogan, Goretzka, Musiala, Sané, Gnabry, Havertz, Werner, Brandt e Draxler.

La Spagna ha completato alla perfezione il turn-out nel corso degli ultimi dieci-dodici anni dal Mondiale conquistato in Sudafrica nel 2010, e il ricambio generazionale fatto di nuovi talenti e astri nascenti porta il nome di Ansu Fati, Dani Olmo, Ferran Torres, Yèremey Pino e Sarabia, solo per citarne alcuni. In mediana dovrebbe giostrare ancora il metronomo Sergio Busquets, accompagnato dai gregari Pedri e Gavi. Le furie rosse di Luis Enrique non sono le favorite del Mondiale ma il verdetto del campo potrebbe essere sovvertito grazie alle eccelse e intramontabili caratteristiche tecnico-tattiche degli iberici. La Spagna, in un modo o nell’altro, ci crede.

Diavoli rossi ostinatamente alla ricerca della prima consacrazione calcistica che tarda ad arrivare tanto agli Europei quanto nelle competizioni mondiali. Il tecnico del Belgio, Roberto Martinez, può fare affidamento sui soliti big e su alcune stelle nascenti sparse in Serie A e in Europa: Lukaku, Mertens, De Ketelaere, Castagne, Dendoncker, Hazard e Saelemaekers. Blasone e personalità sembrano le dinamiche mancanti alla formazione belga che negli ultimi anni si è presentata favorita alle maggiori competizione, deludendo quasi sistematicamente le attese.

Adesso, non resta che aspettare il 20 novembre: fischio d’inizio del primo Mondiale invernale della storia del calcio. Nel giro di un mese sapremo chi vincerà la ventiduesima edizione della Coppa.

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