Rischi per la crescita economica continuano a essere negativi, avverte la BCE.
Il Bollettino mensile della Bce mette in evidenza i rischi pesanti per la crescita economica, tra cui le crescenti tensioni commerciali globali e l’incertezza geopolitica, come i conflitti in Ucraina e Medio Oriente. Questi fattori potrebbero ridurre gli investimenti, il consumo e compromettere la fiducia nei mercati finanziari. Un possibile miglioramento delle condizioni commerciali e geopolitiche, assieme a investimenti in infrastrutture e difesa, potrebbe stimolare l’attività economica. Le previsioni di inflazione rimangono incerte, influenzate da variabili come il rafforzamento dell’euro e la crisi climatica, che rischiano di aumentare i prezzi dei beni alimentari.
Rischi economici e inflazione: le previsioni della BCE
ROMA (ITALPRESS) – La Banca Centrale Europea (BCE) ha evidenziato che i rischi per la crescita economica risultano negativamente orientati. Tra le principali minacce vi è l’acutizzarsi delle tensioni commerciali a livello globale, che possono ostacolare le esportazioni e comprimere gli investimenti e i consumi. Queste incertezze continuano a destare preoccupazione per la stabilità economica europea.
Un clima di fiducia deteriorato nei mercati finanziari potrebbe rendere le condizioni di finanziamento più rigide e aumentare l’avversione al rischio. Ciò potrebbe limitare le propensioni di imprese e famiglie a investire e a spendere. Inoltre, le tensioni geopolitiche, come il conflitto tra Russia e Ucraina e le crisi in Medio Oriente, rappresentano fonti significative di instabilità. Un eventuale riequilibrio delle tensioni commerciali e geopolitiche potrebbe, al contrario, incentivare la fiducia e stimolare le attività economiche.
La BCE osserva che incrementi della spesa pubblica per la difesa e le infrastrutture, affiancati da riforme per migliorare la produttività, contribuirebbero positivamente alla crescita. Un rafforzamento della fiducia aziendale può predisporre risultati migliori anche per gli investimenti privati. Le previsioni circa l’andamento dell’inflazione si presentano, dunque, più incerte del solito, soprattutto a causa della volatilità delle politiche commerciali internazionali.
Un apprezzamento dell’euro potrebbe comportare un abbassamento dell’inflazione, mentre l’influenza di dazi maggiori potrebbe limitare la domanda verso le esportazioni dell’area euro. Le tensioni commerciali potrebbero accentuare la volatilità nei mercati, impattando negativamente sulla domanda domestica, e quindi sull’inflazione. In contrasto, l’aumento dei costi legati alla frammentazione delle catene di approvvigionamento potrebbe spingere al rialzo i prezzi importati, contribuendo a un aumento dell’inflazione. Fenomeni climatici estremi potrebbero ulteriormente far lievitare i prezzi dei beni alimentari oltre le attese.
Prospettive di crescita economica e incertezze globali
ROMA (ITALPRESS) – La Banca Centrale Europea avverte che i rischi legati alla crescita economica tendono a deteriorarsi. Tra i fattori di preoccupazione principali figurano l’intensificarsi delle tensioni commerciali a livello globale e le incertezze ad esse collegate, che possono penalizzare le esportazioni e comprimere sia gli investimenti che i consumi.
Un calo della fiducia nei mercati finanziari ha il potenziale di portare a condizioni di finanziamento più restrittive e a un aumento dell’avversione al rischio. Questo scenario potrebbe influenzare negativamente le decisioni di investimento delle imprese e dei cittadini. Le attuali tensioni geopolitiche, in particolare la guerra della Russia contro l’Ucraina e le crisi in Medio Oriente, rappresentano anch’esse importanti fattori di incertezza. Al contempo, un allentamento rapido delle tensioni commerciali e geopolitiche potrebbe invece favorire un miglioramento della fiducia e stimolare l’attività economica.
Inoltre, un aumento della spesa per infrastrutture e difesa, unito a riforme mirate a incrementare la produttività, sarebbe un contributo positivo per la crescita. Un rinnovato ottimismo da parte delle aziende potrebbe stimolare ulteriormente gli investimenti privati. Le previsioni riguardanti l’inflazione, però, restano più incerte del solito, a causa della continua variabilità delle politiche commerciali a livello internazionale.
Il rafforzamento dell’euro potrebbe ridurre l’inflazione più del previsto. È possibile che l’inflazione risulti inferiore se dazi più elevati portassero a una diminuzione della domanda per le esportazioni provenienti dalla zona euro. Le tensioni commerciali possono creare volatilità nei mercati finanziari, influenzando negativamente la domanda interna e quindi l’inflazione. La frammentazione delle catene di approvvigionamento globali potrebbe, al contrario, contribuire ad aumentare i prezzi all’importazione, complicando ulteriormente la situazione economica. La crisi climatica e gli eventi meteorologici estremi, infine, potrebbero influenzare i costi dei beni alimentari oltre le attese.
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