Sintomi e cause principali della carenza di vitamina D da conoscere subito

Sintomi e cause principali della carenza di vitamina D da conoscere subito

Cause comuni della carenza di vitamina D

La carenza di vitamina D è un problema diffuso a livello globale che può derivare da molteplici cause. Comprendere questi fattori è fondamentale per la prevenzione e il trattamento efficace di questa condizione.

Esposizione insufficiente alla luce solare

La principale causa di carenza di vitamina D è la ridotta esposizione alla luce solare. La vitamina D viene sintetizzata dalla pelle quando viene colpita dai raggi ultravioletti B (UVB), quindi chi trascorre poco tempo all’aria aperta rischia maggiormente di sviluppare una carenza.

Questo fenomeno è frequente in persone anziane, in individui malati o costretti a vivere in ambienti chiusi come case di riposo o ospedali. Inoltre, chi vive nelle regioni situate nelle latitudini più settentrionali o meridionali è esposto a una minore quantità di raggi solari, soprattutto durante i lunghi mesi invernali, aumentando così il rischio di carenza.

Un’altra categoria a rischio è rappresentata da chi copre la maggior parte del corpo per motivi culturali o personali, limitando l’esposizione diretta della pelle ai raggi solari.

Anche i neonati allattati al seno esclusivamente e che non ricevono adeguata esposizione alla luce solare sono particolarmente vulnerabili. Il latte materno, infatti, contiene bassissime quantità di vitamina D, insufficienti a soddisfare le necessità del bambino.


Apporto dietetico insufficiente e condizioni mediche

Oltre alla scarsa esposizione solare, un’alimentazione carente di vitamina D rappresenta un’altra causa importante di deficit. In molti Paesi, i prodotti lattiero-caseari non sono fortificati con vitamina D, e chi evita o non può consumare latticini, così come chi segue diete povere di alimenti ricchi di questa vitamina, può incorrere in una carenza.


Alcune patologie a carico del fegato e dei reni possono compromettere la capacità del corpo di convertire la vitamina D nella sua forma attiva, essenziale per le funzioni biologiche. Questi organi svolgono un ruolo chiave nel metabolismo della vitamina, dunque condizioni che ne alterano il funzionamento possono portare a una carenza persistente.

I disturbi da malassorbimento, come la celiachia, la malattia infiammatoria intestinale o altre sindromi che limitano l’assorbimento dei grassi, influenzano direttamente l’assimilazione della vitamina D, poiché si tratta di una vitamina liposolubile. In queste situazioni, anche una dieta adeguata non garantisce livelli sufficienti di vitamina D nel sangue.

Alcuni farmaci, tra cui anticonvulsivanti, glucocorticoidi, antifungini, medicinali per disturbi del sistema immunitario e l’antibiotico rifampicina, possono interferire con la sintesi o il metabolismo della vitamina D, aumentando il rischio di carenza.

L’uso regolare di creme solari con alto fattore di protezione, pur essendo importante per prevenire le scottature e il cancro della pelle, riduce significativamente la produzione di vitamina D da parte della pelle. Ciò riguarda in particolare le persone con pelle scura, che sintetizzano meno vitamina D rispetto a quelle con pelle chiara, e gli anziani, nei quali la capacità di produzione cutanea di vitamina D diminuisce con l’età.


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