Svelo un segreto mai rivelato precedentemente
Dopo la separazione dai Dear Jack, Alessio Bernabei ha deciso di rivelare come la mascolinità tossica abbia influenzato negativamente la sua carriera e la sua vita personale. Sottoposto a pressioni sociali per conformarsi a stereotipi maschili, ha represso la sua natura empatica e sensibile, comportandosi in modo irrespettoso verso le donne. Questo ha compromesso la sua autenticità artistica e lo ha allontanato dalla sua vera essenza. Bernabei ha sottolineato l’importanza di coltivare l’intelligenza emotiva negli uomini, ribadendo il diritto di esprimere sensibilità e fragilità senza vergogna. Il suo percorso di autocoscienza e accettazione è un messaggio potente per tutti.
La trasformazione di Alessio Bernabei: il percorso da Dear Jack a Follya
Dopo diversi anni i membri dei “Dear Jack” si sono riuniti sotto un nuovo nome, Follya. Alessio Bernabei, Lorenzo Cantarini, Francesco Pierozzi, Alessandro Presti e Riccardo Ruiu hanno quindi iniziato questa nuova fase insieme. Recentemente la band ha rilasciato il singolo “Don’t Cry”, affrontando il tema della mascolinità tossica. In particolare, Bernabei ha deciso di aprire il suo cuore e condividere alcune rivelazioni sulla sua emotività e sui suoi errori passati.
Durante un’intervista, Bernabei ha parlato apertamente dei momenti difficili che ha vissuto dopo la rottura con i “Dear Jack”. Nel 2016, dopo aver partecipato a Sanremo con il brano “Non Siamo Infinito”, si è trovato sotto una grande pressione sociale. Si sentiva costretto a seguire rigidi stereotipi maschili, che lo facevano sentire fuori posto. Questa pressione lo ha portato a comportarsi in maniera che non rifletteva la sua vera natura, cercando di apparire diverso da ciò che era realmente.
Questa lotta con la mascolinità tossica ha influenzato anche la sua carriera artistica. Bernabei ha ammesso di non essere stato in grado di essere se stesso e di non essere stato presente come avrebbe dovuto. Questo ha portato a diserzioni dagli appuntamenti in studio e con la casa discografica, compromettendo il suo percorso artistico. Inoltre, ha rivelato di aver trattato male delle ragazze, agendo in modo contrario ai valori che esprimeva nella musica.
In definitiva, Bernabei ha sperimentato una trasformazione personale, riconoscendo il bisogno di esprimere la sua vera sensibilità e empatia. Ha sottolineato l’importanza di educare gli uomini all’intelligenza emotiva e di abbracciare la propria fragilità. L’artista ha ribadito il diritto degli uomini di essere autentici e di mostrare le proprie emozioni, smentendo gli stereotipi maschili convenzionali.
La trasformazione di Alessio Bernabei dopo la rottura con i Dear Jack
Dopo diversi anni i “Dear Jack” si sono riuniti e Alessio Bernabei, Lorenzo Cantarini, Francesco Pierozzi, Alessandro Presti e Riccardo Ruiu, sono tornati insieme con il nome di Follya. La band ha da poco rilasciato il nuovo singolo Don’t Cry e visto che il tema del pezzo è la mascolinità tossica, Alessio Bernabei con dei video pubblicati su TikTok ha voluto fare delle rivelazioni proprio sulla sfera della sua emotività e del suo passato fatto anche di errori e limiti. L’artista ha dichiarato di aver trattato male diverse ragazze, perché ormai il suo fare da macho aveva soffocato la sua parte empatica e sensibile.
Alessio Bernabei: “Cosa mi è succrsso dopo la rottura con i Dear Jack”.
“Voglio raccontare una cosa che non ho mai raccontato prima ed è di come la mascolinità tossica mi ha allontanato dalla carriera e dal successo. Ovviamente ogni carriera musicale è colpita da alti e bassi, è un po’ tutta un’altalena, quindi il naturale svolgersi degli eventi porta ad alti e bassi di base. Tutto è iniziato nel 2016 circa, quando dopo la band ho fatto Sanremo con Non Siamo Infinito, e mi ricordo che avevo una grande pressione sociale.
Molti mi mettevano pressioni perché dovevo per forza essere un macho, un super uomo, addirittura mi criticavano il calzino che mancava sotto la scarpa. Ero molto teso a livello sociale. Il mio istinto è stato quello di farmi forte con una mascolinità che non faceva parte di me. Volevo per forza sembrare quello che magari uscendo con una ragazza paga per forza la cena, oppure doveva farsi vedere con una macchina di un certo tipo, doveva farsi vedere con un vestito di un certo tipo. E questa cosa mi faceva molto soffrire, non mi faceva sentire a casa.
Quella grande pressione sociale mi ha subito messo un mindset che ha attirato donne o persone che non facevano parte di quello che ero e che non somigliavano a me. E questo si riversava tutto nella mia arte, io non riuscivo più a essere reale e soprattutto non c’ero con la testa, quindi l’appuntamento in studio non lo facevo o non ero puntuale. Disertavo gli appuntamenti con la casa discografica, mi chiamavano e non rispondevo al telefono. Mi ha totalmente dirottato da quello che era il mio percorso artistico.
Non perderti tutte le notizie di gossip su Blog.it
