Tecnologia, chi è e cosa fa un game designer

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Sviluppare un videogioco è molto più complesso di quanto si potrebbe immaginare, specie negli ultimi anni in cui la tecnologia ha compiuto passi da gigante. Anche gli appassionati, talvolta, ignorano l’importanza e l’identità delle figure che si celano dietro alla realizzazione dei loro titoli preferiti. Una di queste viene individuata indubbiamente nel game designer, tra le più richieste dell’intero mercato dell’intrattenimento. Si tratta di un esperto di informatica che lavora al fianco del grafico e del concept artist. In buona sostanza, il game designer si può configurare a regista creativo, motivo per il quale spesso viene indicato anche come game director: è lui a seguire il progetto in tutte le sue sfumature, prendendo le decisioni più importanti fino alla commercializzazione del prodotto finale.

Il game designer deve saper creare e organizzare, in modo tale che la sua idea possa allettare i potenziali investitori. Ciò significa che le soluzioni lavorative alle quali è possibile accedere sono davvero numerose: un game designer può agire infatti anche in proprio o collaborare nel contempo con specifiche società. In alcuni casi il game designer può ritrovarsi a lavorare anche da solo, il che si traduce in una retribuzione maggiorata. A seconda degli impegni e dell’esperienza, in Italia questa figura può percepire anche sui 40.000 euro all’anno, mentre in America il tetto dei compensi ammonterebbe a circa il doppio. Con un po’ di fortuna, è possibile avviare una carriera senza troppi margini di rischio.

Le responsabilità non sono di certo poche, perché intorno al game designer ruota l’indice di divertimento che può essere offerto da un videogioco. È lui a dover attingere ad ogni conoscenza possibile in campo ludico per rendere il titolo innovativo e compatibile con un determinato target di pubblico. Oggi i titoli vengono attenzionati sotto ogni punto di vista, al punto che i media arrivano anche a dibattere su quale sia il gioco con la miglior grafica. Il game designer non deve limitarsi ad elaborare qualche idea, ma deve sviluppare eventualmente un progetto insieme a molte altre persone. Di norma, il processo avviene attraverso documenti che si riassumono in infografiche e diagrammi per rendere da subito più visiva l’idea di fondo. Tali documenti vengono poi aggiornati periodicamente finché non si giunge a un risultato che vada bene a tutte le parti.

Come intuibile, il game designer deve anche provare il gioco stesso che intende sviluppare, perché nessuno meglio di lui può valutare il giusto compromesso tra godibilità e difficoltà: insomma, un videogame deve sì essere divertente, ma non può apparire troppo facile o poco longevo, altrimenti non avrà mai il successo sperato sul mercato. Quello del game designer è anche un lavoro di supervisione, dunque. Prepararsi per svolgere un mestiere del genere richiede anni e anni di studi, ma da qualche tempo a questa parte esistono anche in Italia percorsi universitari mirati, soprattutto a Milano.

Un buon game designer deve infine conoscere bene la lingua inglese, quella notoriamente più impiegata nei videogiochi di tutto il mondo. Anche la conoscenza della matematica e della statistica si rivelano essenziali, specie quando si tratta di passare all’analisi del bilanciamento di un titolo. Anche i giochi online che caratterizzano i casinò virtuali hanno alle spalle dei game designer. Sebbene in questi casi i giocatori debbano affidarsi alla fortuna più che alla loro abilità, c’è pur sempre bisogno di qualcuno di competente che garantisca la qualità dell’attrazione digitale. Con l’ingresso dei videogiochi nelle Olimpiadi, di sicuro anche la figura del game designer acquisirà una notevole notorietà a livello globale.

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