Netanyahu: l’obiettivo dell’operazione è liberare Gaza e disarmare Hamas

Netanyahu: l’obiettivo dell’operazione è liberare Gaza e disarmare Hamas

Netanyahu: l’obiettivo dell’operazione è liberare Gaza e disarmare Hamas

Netanyahu: Obiettivo non è Occupare Gaza, ma Liberarla da Hamas

GERUSALEMME (ISRAELE) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiarito, durante un incontro con la stampa estera a Gerusalemme, che il fine primario di Israele non è quello di occupare Gaza, ma di liberarla dall’influenza di Hamas. Questa dichiarazione arriva in un momento critico del conflitto, ponendo l’accento sulla determinazione israeliana a ripristinare la sicurezza nella regione.

La Strategia di Israele: Un Piano in Cinque Fasi

Netanyahu ha delineato un piano articolato in cinque fasi, con l’obiettivo di affrontare la situazione attuale e garantire un futuro di sicurezza per Israele e i civili di Gaza. “Vogliamo disarmare Hamas, liberare tutti gli ostaggi, smilitarizzare Gaza, mantenere il controllo della sicurezza da parte di Israele e stabilire un’amministrazione civile pacifica non israeliana”, ha dichiarato. Secondo il premier, attualmente Gaza è al 75% sotto il controllo israeliano e l’obiettivo rimane chiaro: smantellare le ultime roccaforti di Hamas.

L’Importanza della Sicurezza Civile

Netanyahu ha messo in evidenza l’importanza di proteggere la popolazione civile di Gaza durante le operazioni militari. “Vogliamo consentire alla popolazione civile di accedere a zone di sicurezza, dove possano avere cibo, acqua e un riparo sicuro”, ha aggiunto. Questa accortezza si allinea all’impegno di Israele di minimizzare i danni collaterali nelle sue operazioni, un fattore cruciale in tutte le dinamiche di conflitto.

La Dichiarazione di Intenti di Netanyahu

Nel corso della conferenza stampa, Netanyahu ha parlato di un’operazione in due fasi, affermando: “Non vogliamo rimanere a Gaza; nessuno entrerà prima che abbiamo messo fine a Hamas.” La chiarezza di intenti offerta dall’alto dirigente israeliano riflette la sua volontà di comunicare un messaggio di determinazione e di correttezza rispetto agli obiettivi militari. È stato sottolineato che la conferenza ha l’obiettivo di “diffondere la verità” e di aprire gli occhi sulle “menzogne di Hamas”.

La Questione Degli Ostaggi

In merito alla questione degli ostaggi, Netanyahu ha specificato: “Gli unici che stanno morendo di fame a Gaza sono i nostri ostaggi.” Ha ribadito la sua determinazione a recuperare tutti e 20 gli ostaggi vivi, sottolineando che la liberazione di queste persone è possibile solo attraverso l’azione contro Hamas. Questo passo è cruciale per il governo israeliano, non solo dal punto di vista umano, ma anche per riaffermare l’autorità e la sicurezza israeliana nell’area.

L’Intervento Rapido e la Creazione di Zone Sicure

Netanyahu ha dichiarato che l’intervento previsto sarà “rapido” e sarà supportato dalla creazione di zone sicure per i civili. “Vogliamo trasferire i civili per evitare vittime”, ha ribadito, lasciando intendere che l’operazione è concepita per essere efficace quanto più possibile in termini di tempo. “I tempi saranno brevi, perché vogliamo porre fine alla guerra”, ha aggiunto. Questo richiamo alla rapidità è parte integrante della strategia di difesa israeliana, che cerca di mettere un freno a un conflitto prolungato e dannoso per entrambe le parti.

La Reazione della Comunità Internazionale

Sebbene la posizione di Israele sia chiara, la comunità internazionale rimane vigile sulle dinamiche del conflitto. Organizzazioni umanitarie e governi di tutto il mondo stanno seguendo da vicino la situazione, sollecitando misure che garantiscano la sicurezza civile e il rispetto dei diritti umani. Le dichiarazioni di Netanyahu potrebbero placare alcune delle preoccupazioni, ma il monitoraggio internazionale non mancherà.

In conclusione, la strategia di Netanyahu è schierata non solo per sconfiggere Hamas, ma anche per ripristinare un certo grado di normalità e sicurezza per la popolazione di Gaza. Le prossime settimane saranno decisive per capire come si evolverà la situazione e se gli obiettivi dichiarati dal governo israeliano saranno raggiunti.

Fonti: Ministero della Difesa israeliano, ONU

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