Il regista di Exit 8 ispirato dall’osservazione dei giocatori durante il gioco.
L’adattamento cinematografico di Exit 8: un viaggio nel gioco e nella narrazione
Il film Exit 8 rappresenta una delle rare trasposizioni cinematografiche che riescono a comprendere profondamente il materiale originale. Basato su un videogioco che intrappola i giocatori in un corridoio ripetitivo di una stazione della metropolitana di Tokyo, il film non solo mantiene le regole e la struttura del gioco, ma le arricchisce con personaggi e una trama avvincente. Il regista Genki Kawamura spiega che il suo approccio ha spostato l’attenzione dal semplice adattamento al videogioco meccanico, mirando a creare un’esperienza cinematografica innovativa in grado di mescolare il mondo dei videogiochi con quello del cinema.
Un’interpretazione originale del gioco
La pellicola inizia con una prospettiva in prima persona, molto simile a quella del videogioco. Il protagonista, conosciuto come Lost Man (interpretato da Kazunari Ninomiya), si trova bloccato in un corridoio che si ripete all’infinito. Come nel gioco, l’unico modo per uscire è identificare delle “anomalie” – eventi strani che si verificano in ciascun ciclo – e cambiare direzione. Secondo Kawamura, l’ispirazione per il film è derivata anche dalla sua passione per i titoli indie: creatori e ambientazioni simili a Tokyo hanno catturato immediatamente il suo interesse. Ha realizzato che l’idea di perdersi in un passaggio simile è un’esperienza universale per molte persone che vivono nelle città.
