Scopri il capolavoro dell’orrore “Lake Mungo”: un viaggio nel terrore del found footage.
I film found footage: una sfida narrativa
I film found footage sono senza dubbio una sfida da affrontare nel panorama cinematografico. Per ogni classico come “The Blair Witch Project” o “Rec”, ci sono centinaia di pellicole come “Slender” e “Megan Is Missing” che risultano, nella migliore delle ipotesi, dimenticabili, e, nella peggiore, un vero e proprio affronto al concetto stesso di cinema. Tra queste produzioni, il mio personale preferito è “Lake Mungo”, un mockumentary che integra elementi di found footage e che riesce ad essere sia inquietante che coinvolgente a livello emotivo. Inoltre, si distingue per la sua durata di poco più di un’ora e mezza, un aspetto che gioca a suo favore.
La forza di Lake Mungo
“Lake Mungo” è, innanzitutto, uno dei mockumentary più convincenti mai realizzati. Se qualcuno lo presentasse come un documentario autentico su un presunto fenomeno paranormale, c’è la possibilità che molti ci crederebbero. Lo stile è impeccabile, le interpretazioni degli attori sono perfette e il film non cerca mai di strafare. Altri film horror in questo stile, infatti, finiscono per esagerare, ricorrendo a momenti eccessivi, come nel caso di “Ghostwatch” della BBC, un’opera comunque notevole. “Lake Mungo”, invece, mantiene un tono sobrio, anche quando mostra sequenze di presunti fantasmi.
